Il settore della difesa sta cambiando molto velocemente dietro la pressione dell'Unione Europea e dei consumatori. Bruxelles, come noto, è sempre più restrittiva nel rinnovare le autorizzazioni ai prodotti fitosanitari in commercio. E la strategia From Farm To Fork pone obiettivi molto ambiziosi di riduzione dell'uso di agrofarmaci e fertilizzanti.


A questo si deve aggiungere una pressione costante operata dalla filiera, volta alla riduzione delle sostanze attive impiegate (sia in volumi che in numero) che strizza l'occhio al prodotto a "residuo zero". Una tendenza che risponde ai nuovi trend di consumo, sempre più attenti al tema della sostenibilità.


In questo scenario le aziende dell'agrochimica sono impegnate a fornire agli agricoltori nuovi strumenti che siano in grado di coniugare la produttività con le nuove richieste regolatorie e di mercato. Gli agrofarmaci di origine biologica, come anche i biostimolanti, giocano sicuramente un ruolo importante per raggiungere tali obiettivi.

 

Per illustrare il proprio impegno su questo versante, Corteva Agriscience ha organizzato un incontro con la stampa. Secondo l'Azienda, infatti, il segmento dei biologicals (agrofarmaci di origine biologica e biostimolanti) dovrebbe arrivare a cubare tra il 20 e il 25% delle vendite (di soluzioni per la nutrizione e la difesa) entro il 2035.

 

Biologicals

Biologicals

(Fonte foto: Corteva Agriscience)

 

La difesa si fa di origine biologica

Gli agrofarmaci di origine biologica hanno il grande pregio di consentire una difesa efficace delle piante e al contempo di avere un profilo ecotossicologico estremamente favorevole. Sono prodotti perfetti per il biologico, ma utilissimi anche per completare le strategie di difesa integrata, in quanto ad esempio rappresentano un ostacolo allo sviluppo di resistenze e consentono di gestire più agevolmente il profilo residuale.

 

In questo segmento Corteva Agriscience è già attiva da anni con la sua linea di prodotti a base di spinosad (come Spintor Fly) una sostanza insetticida prodotta dal batterio Saccharopolyspora spinosa. O di spinetoram, come ad esempio Delegate® e Radiant®. Mentre Delfin® è un insetticida a base del fungo entomoparassita Bacillus thuringiensis.

 

Di più recente introduzione è AF-X1, un agrofarmaco pensato per il biocontrollo dell'Aspergillus flavus, il fungo che produce le aflatossine, particolarmente critiche nel mais. AF-X1, autorizzato per usi di emergenza nel 2022, contiene un ceppo non tossigeno del fungo che occupa la stessa nicchia ecologica di quelli tossigeni, ostacolandone la diffusione.

 

In fase di lancio c'è anche Subelus®, un fungicida a base di Bacillus subtilis che combatte i funghi patogeni attraverso tre meccanismi d'azione: stimola le naturali difese della pianta, produce metaboliti ad azione fungicida e genera una competizione con i funghi patogeni per la stessa nicchia ecologica.

 

Corteva Agriscience e la biostimolazione delle colture

L'altro segmento su cui Corteva Agriscience è fortemente impegnata riguarda lo sviluppo di biostimolanti. Si tratta di prodotti di origine naturale che hanno lo scopo di aiutare le piante a superare gli stress abiotici (caldo, freddo, siccità, salinità dell'acqua, eccetera.), ottimizzare l'assorbimento e la gestione dei nutrienti e migliorare la caratteristiche della produzione (grado Brix, pezzatura, consistenza, eccetera).

 

L'uso dei biostimolanti consente di razionalizzare l'impiego dei fertilizzanti, ad esempio di quelli azotati, il cui utilizzo è oggi sempre più oggetto di restrizioni a causa dell'impatto che hanno sull'ambiente. Inoltre consentono di avere produzioni di migliore qualità e quindi in grado di spuntare, in linea di principio, prezzi interessanti sul mercato.

 

Lo scorso anno Corteva Agriscience ha lanciato BlueN®, un prodotto innovativo a base di Methylobacterium symbioticum, un batterio in grado di fissare l'azoto atmosferico e di renderlo biodisponibile per le colture. Il batterio penetra nei tessuti vegetali e fornisce azoto ammoniacale lungo tutto il ciclo vegetativo della pianta, inoltre è in grado di stimolare l'attività fotosintetica. In questo modo l'agricoltore può ridurre la quantità di concimi azotati da fornire al campo.

 

Corteva Agriscience ha a catalogo anche Instinct®, un prodotto che stabilizza l'azoto nei reflui zootecnici e nei digestati riducendo quindi le perdite per volatilizzazione e lisciviazione. Questo significa rendere l'azoto disponibile per le colture per più tempo e al contempo comprimere la sua dispersione nell'ambiente.

 

Nel settore mais Corteva Agriscience ha a catalogo anche Zeal Start, un nutrizionale a base di estratti algali che migliora lo sviluppo radicale, la crescita vegetativa e l'attività fotosintetica. Il prodotto inoltre apporta fosforo e potassio, due macroelementi fondamentali per ogni coltura.

 

È invece stato reso pubblico da pochi giorni l'accordo tra Corteva Agriscience e STI Biotechnologie per il lancio di Utrisha Rhizo, un biostimolante contenente due ceppi di Lactobacillus per la stimolazione delle piante. STI Biotechnologies fornirà a Corteva Agriscience una licenza di distribuzione esclusiva per una specifica formulazione dei loro brevettati Lactobacillus farciminis e rhamnosus, che lavorano con la pianta per migliorare le condizioni del suolo e della rizosfera.

 

Corteva Agriscience sposa il paradigma di open innovation

In un contesto così complesso come quello agricolo nessuna azienda può farcela da sola e le collaborazioni tra centri di ricerca, università, startup e aziende sono fondamentali. In un'ottica di open innovation Corteva Agriscience collabora ad esempio con gli atenei e dal lavoro fatto insieme all'Università Cattolica di Piacenza è nato AF-X1.

 

Mentre ha da poco acquisito Symborg, una Startup spagnola con sede a Murcia (Spagna), che ha sviluppato BlueN®. Una realtà che permetterà a Corteva di lanciare nei prossimi anni nuovi prodotti, ad esempio per il biocontrollo.

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