Temperature da bollino rosso e siccità sono ormai le due costanti di questa estate. Non uscire di casa nelle ore più calde, bere molto e alimentarsi in maniera corretta sono i classici, ma fondamentali consigli che gli esperti raccomandano a tutta la popolazione, dai più grandi ai più piccini.

 

Ma per chi lavora all'aperto lunghe ore sotto il sole, per chi svolge attività al chiuso dove non si ha una corretta climatizzazione degli ambienti, o ancora, per chi lavora in ambienti interni in prossimità di superfici o macchinari che emettono calore, spesso queste semplici indicazioni non bastano. Già, perché "l'esposizione a condizioni microclimatiche sfavorevoli per l'organismo umano rappresenta un problema anche in ambito occupazionale" come sostengono dal Servizio Sanitario della Regione Emilia Romagna.

 

L'edilizia, la cantieristica stradale e l'agricoltura sono i settori maggiormente esposti alle alte temperature e il rischio di un colpo di calore è, ahimè, dietro l'angolo. Cosa fare dunque? Il Servizio Sanitario Regionale dell'Emilia Romagna ha stilato alcune semplici regole proprio per prevenire il colpo di calore.

 

Colpo di calore, se lo conosci lo eviti

L'estate porta con sé anche il rischio di colpi di sole e di calore, che molto spesso vengono confusi tra di loro. Ma è bene fare attenzione perché non sono la stessa cosa.

 

Il colpo di sole comporta un aumento della temperatura corporea a causa dell'irradiazione solare e di una protezione inadeguata e può associarsi a scottature sulla pelle o sul capo; in poche parole è la conseguenza di aver preso troppo sole.

 

Il colpo di calore si verifica invece quando il centro della termoregolazione del corpo umano è gravemente compromesso. Può manifestarsi quindi anche al chiuso o in assenza del sole, quando la temperatura esterna è molto alta ed è associata a un elevato tasso di umidità o alla mancanza di ventilazione, condizioni a cui l'organismo non riesce ad adattarsi. Non va sottovalutato perché può essere una condizione clinica molto grave.

 

"Il primo sintomo del colpo di calore - fanno sapere dalla Regione Emilia Romagna - è rappresentato da un improvviso malessere generale, cui seguono mal di testa, nausea, vomito e sensazione di vertigine, fino ad arrivare a stati d'ansia e stati confusionali. Si può avere perdita di coscienza, può cessare la sudorazione. La temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti) fino anche a 40-41°C ed è seguita da un possibile malfunzionamento degli organi interni, che può portare alla morte".

 

Collegato al caldo e a un'eccessiva sudorazione c'è anche il rischio di disidratazione: l'organismo perde più liquidi di quanti ne assume e si altera quindi l'equilibrio di sali minerali e zuccheri. Sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari e abbassamento della pressione arteriosa sono i sintomi principali.

 

Conoscere le misure di prevenzione e i sintomi precoci è di grande importanza e un aiuto a tal proposito arriva dalle due infografiche messe a punto dal Servizio Sanitario Regionale per i lavoratori (scarica l'infografica) e per i datori di lavoro (scarica l'infografica) dei diversi settori, "a seguito del confronto con gli enti, le associazioni datoriali e sindacali nell'ambito del Comitato Regionale di Coordinamento ex articolo 7 D.Lgs. 81/08 mettendo poi a disposizione di tutti gli interessati i materiali informativi sul sito", spiegano dalla Regione. Ma naturalmente sono indicazioni valide per tutto il territorio nazionale in quanto "tutti i datori di lavoro sono tenuti al rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 81/08".

 

Come comportarsi e come aiutare gli altri

Indossare abiti leggeri e traspiranti, rinfrescarsi di tanto in tanto e riposare in zone ombreggiate e sospendere l'attività in caso di malessere sono alcuni accorgimenti individuati per i lavoratori; mentre la lista delle cose da fare per i datori di lavoro comprende, tra le tante, quella di evitare il più possibile le lavorazioni durante le ore di maggior caldo ed organizzarle limitando per quanto possibile l'esposizione diretta al sole, disporre pause di recupero e relative aree confortevoli dove poterle fare, soprattutto per i pasti, e prevedere la rotazione dei lavoratori, in particolar modo per le mansioni più gravose.

 

Ma cosa bisogna fare se un lavoratore si sente male? Come prima cosa si deve chiamare immediatamente il 118. Dopodiché, "fino all'arrivo dei soccorsi - spiegano dalla Regione Emilia Romagna - è importante spostare il lavoratore in un'area fresca e ombreggiata e rimuovere quanti più indumenti possibile. È preferibile non bagnare direttamente il lavoratore con acqua fredda ma indirettamente, ad esempio passando asciugamani bagnati con acqua fredda su testa, collo e viso, arti e far circolare l'aria per accelerare il raffreddamento, cambiando continuamente le parti del corpo esposte al getto d'aria. La procedura va interrotta quando la temperatura rettale scende sotto i 39 gradi".

 

L'importanza di essere informati

Per i lavoratori che sono esposti ad un rischio per la salute è fondamentale sapere quali sono le misure di prevenzione specifiche per il proprio ruolo e la propria mansione da adottare, come proteggersi e quali sono i possibili problemi di salute; compiti dei datori di lavoro sono dunque quelli di valutare il rischio da esposizione ad alte temperature, individuare e formare un responsabile per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche e attivare una sorveglianza sanitaria.

 

Il datore di lavoro è infatti il responsabile della tutela della salute e della sicurezza dei suoi lavoratori. "Deve attenersi a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 e il microclima fa parte degli agenti fisici considerati dal Titolo VIII e per i quali deve valutare il rischio di esposizione e mettere in atto un sistema di prevenzione e protezione dal rischio. La valutazione del rischio - affermano dal Servizio Sanitario dell'Emilia Romagna - deve condurre a identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione, con particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone prassi (articolo 182, comma 1) e deve considerare la presenza di lavoratori particolarmente sensibili (articolo 183). Devono essere attuate l'informazione, la formazione (articolo 184), la sorveglianza sanitaria e la tenuta della cartella sanitaria di rischio (articoli 185 e 186); deve essere garantito sempre il rispetto delle norme di prevenzione sugli appalti (articolo 26). Il documento di valutazione del rischio dovrà prendere in esame tutte le possibili condizioni espositive dei lavoratori, l'idoneità degli ambienti di lavoro in termini di temperature, umidità e ventilazione adeguate".

 

Come anticipato un ruolo molto importante è riconosciuto alla sorveglianza sanitaria: è infatti cura del medico competente valutare le eventuali condizioni di ipersuscettibilità dei lavoratori al rischio di esposizione a elevate temperature ai fini della corretta modulazione della valutazione dei rischi e della conseguente predisposizione delle varie misure preventive.