L'interesse per l'agricoltura in ambiente controllato è forte. Secondo dati resi noti durante NovelFarm 2022, la fiera specializzata che si tiene a Pordenone, il giro d'affari per il 2021 si è attestato intorno ai 4 miliardi di dollari a livello globale. Gli investimenti internazionali crescono poi a un ritmo del 25% annuo.
Questo tipo di agricoltura però ha barriere d'ingresso molto alte dal punto di vista degli investimenti iniziali da mettere in campo, questo è ancora più vero se, nello specifico, si parla di vertical farming.

 

Proprio all'ultima edizione di NovelFarm, durante un convegno dal titolo "Next gen agriculture" che ha cercato di fare il punto sui chiaroscuri del settore, è stato fatto il quadro delle possibilità di sostegno agli investimenti in agricoltura da parte del settore pubblico, allargando lo sguardo a tutte le possibilità, non solo a quelle correlate all'agricoltura in ambiente controllato. Ismea, in particolare, ha offerto una panoramica per ciò che riguarda l'Istituto, ma altre occasioni arrivano dal Piano Transizione 4.0 e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

 

Ismea affianca le imprese agricole e il sistema agroalimentare con diversi strumenti, anche a seconda della dimensione dell'impresa in questione e della fase che questa sta attraversando. Per imprese in fase di avviamento, quindi quando l'azienda si sta sviluppando, e con lo scopo anche di favorire il ricambio generazionale e l'imprenditoria femminile, I'Istituto prevede un finanziamento in conto capitale fino al 35% del valore della spesa ammessa e un finanziamento, a tasso zero, fino al 60% della spesa ammessa. I beneficiari sono i giovani under 41 o le donne che intendano subentrare nella conduzione di un'azienda già esistente, il tutto per investimenti fino a 1 milione e 500mila euro.

 

Ismea si fa anche garante pubblico su finanziamenti concessi da parte di istituti di credito per tutti i fabbisogni che un'azienda possa avere, con lo scopo di facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese agricole e della pesca che siano finanziariamente con i conti in regola. La garanzia è fino a 2 milioni di euro di finanziamento per le medie imprese e fino a 1 milione di euro per le piccole. L'effetto sull'accesso al credito si traduce in una facilitazione: "La banca, grazie alla garanzia Ismea, vede ridotti i costi interni e si riduce quindi il costo del finanziamento da caricare sull'impresa agricola. Dal momento che si tratta di una garanzia pubblica, la banca può ridurre poi gli accantonanti, con un ulteriore beneficio sul tasso di interesse. Tutto ciò rende la banca più propensa a concedere il finanziamento", ha detto durante il convegno Giorgio Venceslai di Ismea.

 

Dal 2021 poi Ismea si è fatta attiva per quanto riguarda progetti di finanza strutturata. In quest'ultimo caso l'Istituto si impegna nei confronti di società di capitali, anche in forma cooperativa, operanti ovviamente nel settore agricolo o agroalimentare. L'idea è quella di aiutare aziende già sul mercato a consolidarsi. I tagli sono importanti perché si parla di finanziamenti dai 2 ai 20 milioni di euro.

"Sono cifre interessanti proprio per chi pensa di investire in tecnologia - ha detto ancora Venceslai - da un lato abbiamo operazioni a debito fatte con Ismea. Prestiamo l'importo necessario con una durata massima del finanziamento di 15 anni e un tasso agevolato pari al 30% del tasso base europeo più uno spread legato al rischio rilevato sulla controparte. Serve però un'ipoteca pari al 120% del valore del finanziamento. Dall'altro lato c'è la possibilità di intervenire non solo come finanziatori a debito, ma anche come soci di minoranza, in modalità ibride. In questo secondo caso però, sempre per investimenti fra i 2 e i 20 milioni, è necessaria la presenza di un partner privato che investa almeno 1 euro in più di Ismea nel progetto. Per questo tipo di finanziamenti dovrebbe arrivare un nuovo bando in autunno".

 

Diverse occasioni per trovare una sponda pubblica al momento di investire in soluzioni innovative sono contenute nel Piano Transizione 4.0 e nel Pnrr. A dettagliare gli strumenti, nell'ambito del convegno a NovelFarm, c'era Angela Lamboglia di FASI.biz EU Media. Il Piano Transizione 4.0 ha sostituito le tradizionali misure del Piano Industria 4.0 come iperammortamento e superammortamento con un credito d'imposta.

 

Lo scopo del Piano è sostenere la formazione, la ricerca e sviluppo e gli investimenti in beni materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale del processo produttivo. Il credito d'imposta diminuisce all'aumentare delle cifre investite, per quanto riguarda l'anno in corso, il 2022, per i beni strumentali materiali 4.0, il credito è del 40% per investimenti fino ai 2,5 milioni di euro, del 20% fra i 2,5 e i 10 milioni di euro e del 10% fra i 10 e i 20 milioni di euro. Per il triennio 2023-2025 le aliquote scenderanno ancora e saranno del 20% fino ai 2,5 milioni di euro, del 10% con investimenti fra i 2,5 e i 10 milioni di euro e del 5% per investimenti fra i 10 e i 20 milioni di euro. Ma cosa si intente per investimenti in beni strumentali materiali 4.0? Si tratta per esempio di macchine controllate da sistemi computerizzati o gestite tramite sensori e dotate di funzioni digitali, di sistemi per assicurare qualità e sostenibilità, e di dispositivi per l'interazione uomo macchina e il miglioramento dell'orgonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.

 

Il Piano Transizione 4.0 sostiene anche investimenti in beni immateriali 4.0, quindi, per esempio software, sistemi, piattaforme e applicazioni. Possiamo pensare a sistemi che coinvolgano l'intelligenza artificiale, il machine learning. Il pensiero va quindi subito ai Dss, Sistemi di Supporto alle Decisioni che in campo implicano la presenza di capannine meteo, sensori o per esempio sistemi di irrigazione capaci di essere intelligenti, eccetera. Per quanto riguarda gli investimenti in beni immateriali 4.0, la logica del credito d'imposta è simile a quella per i beni materiali 4.0. Il credito d'imposta è quindi del 50% per investimenti fino a 1 milione di euro, effettuati dal primo gennaio al 31 dicembre 2022. Negli anni successivi le aliquote scendono: 20% nel 2023, 15% nel 2024 e 10% nel 2025. L'importante è aver effettuato l'ordine entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento e aver versato acconti almeno per il 20% della somma sull'acquisto effettuato, per poter usufruire del credito d'imposta fino al 30 giugno dell'anno successivo.

 

L'innovazione nel settore agricolo è presa in considerazione e agevolata anche nel Pnrr, in particolare l'agricoltura è coinvolta nella Missione 2, "Rivoluzione verde e transizione ecologica". In totale ci sono 7,9 miliardi di euro a disposizione fra i capitoli economia circolare e agricoltura sostenibile; rinnovabili, idrogeno e mobilità sostenibile; tutela del territorio e della risorsa idrica; contratti di filiera. Degni di interesse sono sicuramente i 500 milioni stanziati per il rinnovo del parco macchine, dei quali 100 milioni sono riservati all'ammodernamento dei frantoi.

 

Ancora non si conoscono i dettagli per quanto riguarda la modalità di accesso a questi fondi: "Le anticipazioni - ha detto Angela Lamboglia - ci portano a pensare che ci saranno disposizioni quadro a livello nazionale e poi bandi regionali per l'ammodernamento dei macchinari agricoli, l'introduzione di tecniche di agricoltura 4.0 in modo da ridurre gli input chimici. Un altro obiettivo è rinnovare il parco mezzi ed eliminare gli Euro 1".