I cerealicoltori italiani monitorano compulsivamente le quotazioni di grano duro e tenero sulle principali piazze italiane cercando di capire quali saranno i prezzi che riusciranno a spuntare a fine campagna. Ad oggi sulla piazza di Foggia il frumento duro viene quotato a quasi 550 euro/tonnellata, mentre quello tenero a Bologna spunta 408 euro. Quotazioni di tutto rispetto, ma su quali livelli si assesteranno al momento della trebbiatura?

 

Per capire come il meteo, la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali influiscono sulla formazione del prezzo del grano abbiamo chiesto consiglio ad Annachiara Saguatti, senior analyst di Areté, Società esperta di previsioni di prezzo delle materie prime agrifood.

 

Partiamo dalla guerra in Ucraina, gli agricoltori riusciranno a raccogliere il frumento seminato in autunno?
"Gli ultimi dati pubblicati dall'Usda parlano di un calo del 35% delle produzioni in Ucraina, siamo a circa 21,5 milioni di tonnellate previste rispetto alle 33 dello scorso raccolto. A causa del conflitto alcune aree, seppur seminate, non potranno essere raccolte. A ciò si aggiunge un problema di stoccaggio e di export".

 

Non partono navi dai porti sul Mar Nero?
"Esatto, i silos sono pieni e dai porti non partono i cargo a causa del blocco navale russo. Ad oggi, le esportazioni della prossima campagna sono previste in calo del 47%, mentre si stima che per effetto del conflitto, in questa campagna, oltre 5 milioni di tonnellate che avrebbero dovuto lasciare il Paese oggi siano invece ancora stoccate nei silos, che quindi non potranno ospitare il prossimo raccolto".

 

Quali sono le conseguenze di questo blocco?

"L'Ucraina negli anni ha accresciuto il suo ruolo sul mercato internazionale del grano, il blocco all'export metterà in difficoltà molti Paesi importatori, soprattutto in aree in via di sviluppo, e sta creando tensioni sui prezzi. Anche perché alcuni Paesi hanno adottato politiche restrittive all'export".

 

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Ci può fare degli esempi?

"La Russia ad esempio, primo esportatore al Mondo di grano tenero, ha posto limitazioni alle esportazioni verso le Repubbliche dell'Asia Centrale. E anche l'India ha deciso di adottare una politica più prudenziale, per il timore di avere problemi sul mercato interno".

 

Veniamo al meteo, il fattore principale di instabilità delle quotazioni del frumento. Quali sono le condizioni nel Nord America, la principale area di esportazione dopo quella russa ed europea?

"I frumenti invernali hanno scontato un periodo di scarse precipitazioni durante l'inverno e la primavera che potrebbero incidere su qualità e produttività dei campi. Per quanto riguarda i frumenti primaverili di forza, gli agricoltori devono invece fare i conti con precipitazioni abbondanti che stanno rallentando le semine".

 

Ha dei dati a riguardo?

"Proprio ieri (23 maggio 2022, Ndr) sono usciti i dati sullo stato di avanzamento, che parlano di un 39% dei campi seminati, quando lo scorso anno, a quest'epoca, eravamo all'80%. Si potranno avere dunque delle ripercussioni sia a livello di produttività dei campi, sia di rischio di contrazione delle superfici coltivate".

 

In Europa, altro areale importante di produzione, come sta andando il meteo?

"In Francia avremo probabilmente una resa disomogenea, causata dalla siccità che ha colpito alcune regioni. Mentre in Italia le rese attese sono migliorate dopo le piogge di inizio maggio, anche se le precipitazioni scarse delle ultime settimane stanno facendo soffrire le piante".

 

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Una cassa di compensazione importante è rappresentata dagli stock di granella, quali sono i livelli?

"A livello globale siamo ai minimi dal 2016 e le previsioni sono in ulteriore calo rispetto alla prossima campagna. Il calo previsto delle produzioni di grano costringerà ad un razionamento dei consumi, che seguono generalmente un trend di crescita a livello globale. I prezzi stanno rispondendo alla percezione di una scarsità di offerta".

 

E veniamo alla domanda cruciale, per quanto riguarda il frumento tenero come evolveranno i prezzi nei prossimi mesi?

"Di certezze non ce ne sono, ma se consideriamo le tensioni geopolitiche, il meteo parzialmente sfavorevole e gli stock bassi prevediamo che la media di prezzo della prossima campagna sia al di sopra della media della campagna che si sta chiudendo".

 

Buone notizie per i cerealicoltori italiani, sempre che il meteo permetta raccolti soddisfacenti. Che cosa può dirci invece del frumento duro?

"Il grano duro è prodotto principalmente nell'area del Mediterraneo e in Nord America. In Italia le semine sono avvenute tardi a causa del maltempo e dovremo vedere quanto questo influirà sulla produttività. Anche in Francia l'attuale situazione meteo sta creando qualche problema, mentre nel Nord Africa hanno dovuto fare i conti con la carenza di piogge. Nel complesso però non si prevede una diminuzione consistente delle produzioni".

 

Come è la situazione in Nord America?

"Dopo il calo produttivo dello scorso anno, che ha fatto segnare un -40%, nell'attuale campagna si prevedono superfici in aumento. Ma il meteo, come abbiamo detto, è una incognita".

 

Anche sul fronte del duro le chiedo quali saranno le quotazioni future...

"Ci troviamo in una campagna di transizione. Se non ci saranno problemi con il meteo nei prossimi mesi dovremmo trovarci davanti ad una annata di produzioni soddisfacenti, che tuttavia saranno dedicate a soddisfare la crescita della domanda globale e non saranno sufficienti per una significativa ricostituzione degli stock. I prezzi potrebbero dunque vedere un ridimensionamento rispetto ai livelli attuali, ma ci vorranno almeno un paio d'anni di buoni raccolti perché i prezzi si assestino sui livelli passati".