Gli agricoltori sono i primi a patire gli effetti dei cambiamenti climatici e a pagarne il prezzo. Un esempio, più attuale che mai, è la persistente siccità che sta attanagliando il Nord Italia in questi primi mesi del 2022. Ma allo stesso tempo l'agricoltura è chiamata a dare il suo contributo per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e frenare la perdita di biodiversità, come prevede la Strategia europea From Farm to Fork.

 

Occasione per discutere di questi temi è stato il Forum for the Future of Agriculture 2022, evento annuale (tra i partner fondatori ci sono Elo e Syngenta) che rappresenta un appuntamento fisso di confronto per stakeholder, rappresentanti di istituzioni, Ong e comunità agricole. L'evento, che si è tenuto lo scorso 15 marzo e che vede tra i partner realtà come il Wwf, ha permesso ai delegati e ai numerosi partecipanti da remoto di confrontarsi proprio sul tema della sostenibilità nel settore agroalimentare. Un tema che ha acquisito un ruolo centrale nell'opinione pubblica europea e di riflesso anche nella nuova Pac, che entrerà ufficialmente in vigore all'inizio del 2023.

 

Una rivoluzione non più rimandabile

"Produce more with less". Ovvero, produrre di più con meno. È questa la grande sfida che deve raccogliere e vincere l'agricoltura del futuro. La componente socioeconomica non può prescindere ormai da quella ambientale. Questo vuol dire che sarà sempre più una prerogativa delle aziende agricole saper gestire in maniera più efficiente e sostenibile le risorse naturali.

 

Janez Potocnik, presidente del Forum For the Future of Agriculture 2022 e della fondazione Rural investment for a Sustainable Europe (Rise), ha ricordato però come sullo sfondo si staglia la guerra tra Russia e Ucraina. Una crisi che sta avendo ed è destinata ad avere pesanti conseguenze sul mercato alimentare, e non solo a livello europeo.

 

 

"Russia e Ucraina insieme rappresentano importanti produttori di grano, di mangimi e di fertilizzanti. L'interruzione degli scambi a seguito di questo conflitto creerà inevitabilmente uno shock della domanda e dei prezzi lungo la catena alimentare globale", ha sottolineato Potocnik in apertura dei lavori.

 

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La sicurezza alimentare ricopre ora più che mai un ruolo di importanza fondamentale, ma la sostenibilità può essere raggiunta soltanto attraverso un percorso a lungo termine di trasformazione del sistema alimentare. Questo è il momento di mantenere i nervi saldi. L'unica scelta che abbiamo è sfruttare la piccola finestra di opportunità per contrastare la crisi climatica, creando un patto intergenerazionale per plasmare il nostro futuro comune".

 

L'aiuto della tecnologia

Essere più sostenibili significa soprattutto essere più innovativi. Sempre nell'ambito del Forum for the Future of Agriculture, lo scorso 22 marzo Syngenta ha organizzato un incontro volto proprio ad esplorare il potenziale dell'innovazione tecnologica in ambito agricolo. E anche in questo caso la stella polare è rappresentata dalla sostenibilità ambientale.

 

Dimentichiamoci l'immagine del contadino refrattario ad ogni innovazione digitale e abituiamoci invece a vedere sempre di più l'agricoltore intento a leggere e interpretare sullo smartphone i dati provenienti direttamente dal campo. Uno dei filoni con gli sviluppi più interessanti è quello dell'agricoltura di precisione (precision farming, in inglese), che si basa sull'utilizzo dei dati (talvolta big data).

 

I vantaggi sono molteplici. Grazie all'analisi delle informazioni raccolte sullo stato di salute delle piante (attraverso sensori, ad esempio, oppure tramite il monitoraggio satellitare) è possibile avere a disposizione una panoramica generale delle parcelle e intervenire solo quando è necessario. In questo modo si può conoscere, per esempio, se le piante sono in una condizione di stress, ad esempio idrico, e dunque bisogna procedere con l'irrigazione. Oppure si può controllare se ci sono le condizioni ambientali per un attacco da parte di funghi e quindi bisogna procedere con un trattamento, ottimizzando così l'utilizzo degli agrofarmaci.

 

 

Nel corso del webinar di Syngenta si è parlato a lungo anche di nuove tecniche genomiche, le cosiddette Ngts. Un argomento ancora piuttosto divisivo: se infatti la Commissione Europea ritiene che abbiano il potenziale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Farm to Fork, diverse realtà (tra cui Greenpeace e Slow Food) dubitano dell'efficacia e della sicurezza di queste tecniche.

 

Le opportunità che potrebbe spalancare l'applicazione di una tecnica di editing genomico come Crispr/Cas9 (il famoso "taglia e cuci" del Dna che è valso il Nobel per la Chimica nel 2020 alle ricercatrici Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna) sono enormi. Grazie alla sua precisione si potrebbero ottenere in futuro colture resistenti a specifici agenti patogeni o a condizioni climatiche avverse, per esempio alle siccità, che sono destinate ad essere sempre più frequenti e intense a causa del riscaldamento globale, garantendo maggiori rese produttive. Il tutto senza incrociare geni appartenenti a specie vegetali diverse, come avviene nel caso degli Ogm tradizionali, ma combinando sequenze genetiche di una stessa specie.