A causa degli effetti della guerra in Ucraina in Europa si temono carenze di mais, oli vegetali e cereali, mentre il caro energia e il caro bollette rischiano di mettere in ginocchio migliaia di agricoltori e famiglie.

 

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La Commissione Europea pensa ad azioni a breve termine: aiuti nel settore suino, +500 milioni di euro dai fondi della Politica Agricola Comune (Pac), deroga temporanea sui terreni a riposo e maggiore ricorso agli aiuti di Stato alla stregua di quanto fatto durante la crisi del covid-19. In Italia l'inflazione cresce del 45,9% sui prezzi energetici producendo un effetto a cascata sugli altri prodotti agroalimentari. In agricoltura si pensa al digestato come alternativa tra i fertilizzanti. L'Italia chiede deroghe alla Pac per avere un aumento dei pagamenti accoppiati, la rimozione di vincoli sulle superfici irrigue e altri aiuti di Stato.

 

Quanto rischia di perdere l'Ue a causa della guerra in Ucraina?

La mancanza di forniture è lo scenario che più preoccupa l'Europa rispetto alla crisi in Ucraina. Gli studi del Parlamento Europeo mostrano che l'Unione Europa, nel 2020, ha importato il 35,7% dei beni prodotti nel settore agroalimentare in Ucraina per un valore di 5,8 miliardi di euro, circa il 4,6% di tutte le importazioni agroalimentari dell'Ue. Il 48,9% di cereali, inclusi il grano e il riso importati nell'Ue vengono dall'Ucraina, così come il 48,5% degli oli vegetali e il 25,1% della carne di pollo.

 

Mercato Ue-Ucraina

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Per quanto riguarda la Russia, le importazioni nel settore agricolo rappresentano solamente l'1,4% del totale delle importazioni, ma la dipendenza da Mosca si fa sentire principalmente nel campo dei mangimi (18,9% del totale delle importazioni), dello zucchero (7,8%) e dei semi oleosi (6,7%).

 

Mercato Ue-Russia

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Carenza agroalimentare, effetto a catena

La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha discusso delle conseguenze per il settore agricolo della crisi ucraina, frutto principalmente dell'aumento dei prezzi di gasolio, fertilizzanti e di materie prime, che si ripercuotono sui portafogli delle famiglie europee con aumento del prezzo di beni di prima necessità come pasta, farina e olio.

 

Per il commissario europeo all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, le esportazioni ucraine sono fondamentali per l'agricoltura europea ma anche per quella di Africa e Medio Oriente, entrambi importatori di prodotti agricoli dall'Ucraina. La dipendenza dai prodotti ucraini fa temere una nuova ondata migratoria da questi Paesi verso l'Europa, che chiederebbe altri sforzi oltre a quelli messi in campo per accogliere i circa 3 milioni di profughi provenienti dall'Ucraina.

La Commissione è già al lavoro con un Piano a breve termine per ripristinare la sicurezza alimentare europea e migliorare il futuro dell'agricoltura.

 

Le misure proposte dall'Ue

Si vuole supportare il settore della carne suina, già colpito negli anni precedenti anche a causa della diffusione in Europa della peste suina, e soprattutto si punta ad un accordo sugli aiuti pubblici che permetta di estendere il quadro temporaneo inaugurato con lo scoppio del covid-19 dando più possibilità alle imprese di essere sostenute dai fondi pubblici.

 

Si pensa a una deroga temporanea alla condizionalità rafforzata della Politica Agricola Comune europea, sospendendo il rispetto di alcuni requisiti per il ricevimento dei pagamenti, tra cui quello di dover dedicare almeno il 3% dei terreni alla biodiversità. La deroga incentiverebbe invece a destinare i terreni da mantenere incolti a essere utilizzati per la coltivazione di semine che forniscano prodotti oleosi, fondamentali per la catena di approvvigionamento europea. Come ha sostenuto lo stesso Wojciechowski, questa misura avrà grandi ripercussioni sulla biodiversità ma si rileva fondamentale per accrescere la produzione agricola europea "non essendo il momento di escludere nessun terreno al fine di aumentare la produttività".

 

Quanto affermato dal polacco tuttavia stride con le frasi del vicepresidente esecutivo della Commissione Europea responsabile del Green DealFrans Timmermans, che aveva invitato tutti i parlamentari a non mettere da parte gli obiettivi dell'Agenda Verde Europea nel far fronte alla crisi causata dalla guerra.

 

Infine, la Commissione Europea mobiliterà nell'immediato 500 milioni di euro dai fondi della Pac, che si andranno ad aggiungere ad un ulteriore cofinanziamento proposto dalla Commissione agli Stati membri portando il totale a raggiungere 1 miliardo e mezzo di euro in più.

 

Che impatto ci sarà sull'Italia?

L'Istat parla non solo di un forte aumento dei beni energetici, con una crescita del +45,9% rispetto al +38,6% di gennaio 2022, ma anche di un forte rialzo nei prezzi di molti generi alimentari, in particolare quelli non lavorati. Tra i prodotti più colpiti, secondo la Coldiretti, ci sono olio di semi (+19%), verdura fresca (+17) e pasta (+12%).

 

Oltre al rincaro dei prezzi, vi è poi il problema del taglio del 10% delle razioni di cibo per ovini, bovini e suini a causa dell'esplosione dei prezzi dei mangimi per il blocco delle forniture di mais da Ucraina e Ungheria.

 

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Secondo la Coldiretti la deroga straordinaria della Commissione Europea alla Pac consentirebbe uno sblocco di 200mila ettari di terreno in Italia per produrre circa 15 milioni di quintali aggiuntivi di mais per i mangimi, di grano duro per la pasta e di grano tenero per il pane. La riserva di crisi della Pac sbloccata da Bruxelles per aiutare gli agricoltori assegnerebbe all'Italia 50 milioni di euro. Fondi insufficienti secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini dinanzi ad aumenti dei prezzi energetici e di produzione spropositati.

 

Si pensa all'utilizzo del digestato come soluzione temporanea, una sostanza organica residua dal processo di digestione anaerobica ottenuta da una materia biodegradabile contenente azoto, fosforo e potassio, ideali per la fertilizzazione dei terreni.

 

Ma si guarda anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) post pandemico per la produzione di 130 milioni di tonnellate di fertilizzante organico in grado di ridurre del 30% le emissioni negative del settore agricolo.

 

Resta aperta la questione di modifica alla Pac

La proposta di deroga alla nuova Politica Agricola Comune richiesta dall'Italia punta a un rinvio delle misure sulla limitazione della produzione agricola stabilite dalla Pac, privilegiando l'utilizzo a scopi produttivi degli attuali terreni messi a riposo e di quelli destinati al pascolo o parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea per favorire la biodiversità o la carbonicoltura.

 

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Inoltre, l'Italia vorrebbe aumentare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni strategiche come le proteine vegetali e i cereali, sui quali l'Unione Europea non è autosufficiente. Per aumentare la produttività agroalimentare, il Governo sta inoltre valutando la possibilità di rimuovere il vincolo legale sull'aumento delle superfici irrigue, introducendo un nuovo sussidio statale per tutti i terreni agricoli al fine di attutire l'aumento dei costi di produzione.

 

Il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli guarda con positività anche alla proroga del regime temporaneo di aiuti di Stato simili a quelli attuati durante il covid-19. Ma la Commissione aveva fatto della nuova Pac 2023-2027 una conquista, perché più verde, più equa e più efficace. Bruxelles ha già fatto intendere di essere disposto ad accettare deroghe superficiali al Piano, ma non cambiamenti fuorvianti rispetto agli obiettivi primari prestabiliti.