Ci sarebbe molto da scrivere sull'eccellente convegno su agricoltura e fabbisogni energetici organizzato la scorsa settimana da Confagricoltura a Bologna. L'amico Guglielmo Garagnani ha saputo riunire fior di relatori per inquadrare al meglio il ruolo dell'agricoltura nella così detta transizione energetica - il passaggio ad altri paradigmi di rifornimento energetico per l'uomo, vero tema epocale dei prossimi decenni.

Sappiamo che l'agricoltura può avere un ruolo cardine nella creazione di energia in maniera sostenibile ma dobbiamo ricordare che ancor più fondamentale è il ruolo dell'agricoltura nel trattenere e immagazzinare i gas serra. In tutti gli accordi internazionali sul clima - a partire da quello di Kyoto passando per quelli di Bonn e Marrakech per arrivare a Parigi - si parla del ruolo fondamentale nel sequestro dell'anidride carbonica dall'atmosfera (carbon sink) da parte dei terreni agricoli, un ruolo come si è visto ampiamente compreso nella nuova Pac.

La gestione delle superfici forestali, la rivegetazione, la gestione dei suoli agricoli, la gestione dei prati e dei pascoli, tutte le attività legate all'azione (agricola) dell'uomo ed effettuate dopo il 1990, risultano fondamentali per conteggiare i già famosi crediti di carbonio. In pratica un paese potrà puntare sulla neutralità climatica se le attività climaticamente dannose (debiti) saranno bilanciate da crediti di carbonio. Attenzione attenzione: i crediti di carbonio possono essere venduti - ovvero un'azione virtuosa può diventare un titolo vendibile sul mercato e acquistabile da chi inquina per appianare i propri debiti ambientali.

Purtroppo, questa operazione è possibile farla in diversi posti (a Bologna abbiamo conosciuto la startup bolognese Carbon Credit Consulting, che lo fa in Sud America alla grandissima) ma non in Europa. La vendita dei carbon credit potrebbe invece diventare un'operazione economica fondamentale per le aziende agricole specie nelle aree più disagiate. Una cosa che ha capito alla svelta il giovane e dinamico ministro francese all'Agricoltura, Julien Denormandie, che sta lavorando per costituire un'offerta univoca dei crediti di carbonio agricoli in Francia in stretta collaborazione con i sindacati agricoli. E ha dichiarato l'intenzione di fare dei crediti di carbonio agricoli una delle priorità della presidenza francese dell'Unione Europea. Sveglia Italia!