Facciamo il punto. Parliamo di Tea, Tecniche di Evoluzione Assistita, perché se ne parla troppo poco e magari a sproposito; ovvero secondo quella ideologizzazione che in Italia sporca irrimediabilmente ogni confronto.

Il genome editing, secondo la tecnica Crispr/Cas9, rende possibile creare nuove varietà di piante partendo non più da differenti specie (come avveniva con i vecchi Ogm) ma dalla stessa specie attraverso "forbici" molecolari che tagliano il Dna con una certa precisione. Rispetto alla tecnica del Dna ricombinante (i vecchi Ogm), si tratta di un metodo economico, efficiente e assai più sicuro dal punto di vista biologico ed ambientale. Si possono quindi ottenere nuove varietà migliorando la resistenza alle fitopatie, aumentando la produttività, diminuendo le esigenze idriche, aumentando la shelf life come anche le proprietà nutrizionali delle piante agrarie. Ovvio che bisogna applicare i principi di maggior precauzione.

Le stesse creatrici del sistema, Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier, hanno invitato alla cautela soprattutto per quanto riguarda le più inquietanti modifiche del Dna umano e animale. Va detto che talora le "forbici" molecolari possono sbagliarsi e vi possono essere cancellazioni o riarrangiamenti di geni, sono stati già documentati alcuni casi. In genere, però, per quanto riguarda animali e non piante.

Sta di fatto che la Corte Europea nel 2018, dopo una richiesta di chiarimento avanzata dalla Francia, ha sentenziato di considerare le nuove Tea alla stregua dei vecchi Ogm, con tutte le proibizioni che l'equiparazione comporta. Tale sentenza non è stata condivisa dalla maggior parte della comunità scientifica internazionale che ritiene plausibili minori precauzioni rispetto a prima.

In Europa un "position paper" coordinato dal Vib, Istituto Fiammingo di Biotecnologie, in Italia l'Associazione Luca Coscioni, la Federazione Italiana Scienze della Vita, la Società Italiana Genetica Agraria, Science for Democracy presentarono alla Camera dei Deputati una lettera aperta diretta alle istituzioni europee e al Governo Italiano invitando a non considerare le Tea alla stregua degli Ogm.

Proprio a seguito dell'opinione espressa dagli scienziati, la Commissione Europea lo scorso aprile, nel Rapporto sulle Nuove Tecniche Genomiche, ha fatto intravedere un ripensamento in materia, ammettendo che queste potrebbero contribuire alla "resilienza e sostenibilità della agricoltura del domani…". Le attuali norme sugli Ogm potrebbero quindi essere riviste per le Tea.
Per la cronaca nell'Unione solo due paesi si erano dichiarati contrari alle conclusioni del rapporto europeo: Cipro e l'Italia.

Aprire un sereno dibattito fuor d'ideologia oggi non guasterebbe.