Organizzare un G20 sull'Agricoltura non è certo semplice, anche perché al di là delle dichiarazioni ufficiali c'è un lavoro di relazioni, tessiture, limature, compromessi che si protraggono per giorni, se non settimane, prima dell'appuntamento ufficiale.
Il summit di Firenze ha avuto l'Italia come presidenza di turno e, dunque, protagonista principale del G20. Proviamo a dare i voti in questo "pagellone", esercizio ben noto alle cronache sportive, che prediamo in prestito per valutare le prestazioni dei diversi attori scesi in campo per raggiungere l'obiettivo della "Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze".


Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli: 9

Presiede la ministeriale e per farla marciare porta in dote due caratteristiche personali: è ingegnere ed è friulano, che significa essere solidi, metodici e operativi. È concreto e gli sforzi gli vengono riconosciuti, innanzitutto dal direttore generale della Fao, Qu Dongyu, che dipinge il G20 di Firenze come uno dei meglio riusciti degli ultimi anni.

Patuanelli parla di sostenibilità, declinandola secondo le tre leve canoniche: economica, ambientale e sociale (e fin qui niente di nuovo), ma non si limita alla mera citazione della prima e della terza, per scivolare a suonare solo la nota dell'ambiente. È consapevole che per far crescere l'agricoltura e rispondere alle esigenze del Pianeta serva l'innovazione in ogni sua forma e sa bene che senza soldi non si canta messa. Per investire gli agricoltori devono avere un reddito. L'agricoltura, in buona sostanza, non è un hobby e nemmeno volontariato e per sconfiggere la fame bisogna impegnarsi tutti insieme, senza fermarsi alle dichiarazioni. Concreto. Draghiano?


Il commissario Ue all'Agicoltura, Janusz Wojciechowski: 6

All'Open Forum del G20 voluto dal ministro delle Politiche agricole Patuanelli elogia l'agricoltura italiana per la resilienza, la qualità, la capacità di rispondere nella fase più acuta del covid-19 alle esigenze di sicurezza alimentare. Il tutto grazie a un modello sostenibile di piccole e medie imprese a conduzione familiare, che praticano agricoltura di valore e con un indice di produttività molto elevato. Fin qui nulla da eccepire.

Il rating si abbassa per la nota vicenda del Prošek croato, sulla quale viene investito dalla bufera e sulle prime confessa che "la Commissione europea ha svolto molte analisi giuridiche, dalle quali è emerso che non ci sono motivi per rifiutare la richiesta croata, perché il Prosecco e il Prošek sono stati riconosciuti come prodotti differenti".
Poi cerca di mettere una pezza, affermando di prendere in considerazione "in modo molto serio le obiezioni dell'Italia, e su questo aspetto non c'è ancora la parola fine". Quando si accendono controversie fra Unione europea e Italia c'è sempre da restare col fiato sospeso. Incrociamo le dita.


Il direttore generale della Fao, Qu Dongyu: 8

Eletto direttore generale della Fao inaspettatamente (l'Unione europea e, successivamente anche gli Sati Uniti nel 2019 appoggiarono la francese Catherine Geslain-Lanéelle), ha dato una scossa all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura. Ha ben chiaro qual è il ruolo della Fao e stimola i governi, le diplomazie, le rappresentanze a dare risposte al problema della fame, figlia delle carestie, della povertà, dei cambiamenti climatici, delle emergenze sanitarie, degli sprechi alimentari.

Qu Dongyu sa altrettanto bene che bisogna agire con due modalità per raggiungere gli obiettivi ambiziosi "Fame Zero" al 2030. La prima è la rapidità di azione e la seconda è l'innovazione. In quest'ottica deve essere letta la visita all'Accademia dei Georgofili, per costituire un'alleanza operativa attraverso gli studiosi, sollecitando progetti che possano dare risposte immediate.
Sarebbe molto interessante sapere cosa pensa il direttore generale della Fao degli slanci della Cina - di cui è stato viceministro all'Agricoltura - nell'acquisto di materie prime agricole. Fino a che punto è giusto rafforzare gli stock strategici e quando, invece, si rischia di infiammare i prezzi? (Non è una provocazione, ma una domanda).


Il vicedirettore della Fao, Maurizio Martina: 8

L'esperienza accumulata da ministro delle Politiche Agricole durante Expo Milano 2015 lo ha proiettato in un contesto internazionale e lui dimostra di essere a proprio agio fra delegazioni e diritto all'alimentazione.
Non sovrasta mai il suo direttore generale Qu Dongyu, anche quando avrebbe tutto lo spazio per intervenire, mostrando così una grande disciplina, appresa indubbiamente fin da giovane nelle fila del partito (e siamo certi essere apprezzata all'head quarter della Fao).
Cerca di aiutare l'amico sindaco Dario Nardella a rilanciare l'immagine di Firenze in un contesto internazionale qualificato e non fa molta fatica, visto il prestigio della città, una delle più belle del mondo.

Il vicedirettore Martina scivola leggermente solo su un punto (accidenti, peccato), quando all'incontro della delegazione Fao nella Torre dei Pulci svela di non avere mai finanziato l'Accademia dei Georgofili per le attività di ricerca. Probabilmente è una prassi del ministero, ma se tornasse indietro, lo rifarebbe?


Il presidente dell'Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini: 10

Presiede la più antica accademia di agricoltura del mondo, fondata nel 1753, vale a dire che è nata più di cent'anni prima dell'Unità d'Italia. Con il G20 a Firenze l'Accademia si è ritrovata al momento giusto e anche al posto giusto (geograficamente), a pochi metri dalla sede dei lavori delle delegazioni, a Palazzo Vecchio.
E così, il professor Vincenzini ha colto la palla al balzo, organizzando a ridosso della ministeriale una serie di eventi di alto profilo. Grazie naturalmente agli accademici coinvolti, la prestigiosa istituzione ha saputo anticipare tutti i temi affrontati dal G20, andando anche oltre.

Non solo l'Accademia dei Georgofili ha rilanciato il ruolo della scienza in agricoltura, fondamentale per guidare l'innovazione, ma ha saputo invitare gli stakeholder di buona volontà a riflettere sul futuro del Pianeta e sulla centralità dell'agricoltura, motore primo del mondo.
Ciliegina sulla torta è la visita alla Torre dei Pulci della delegazione della Fao e delle agenzie per la sicurezza alimentare di stanza a Roma, che confermano l'autorevolezza dell'Accademia dei Georgofili, che è il perno anche di reti quali Unasa e Ueaa.

"Studiare, confrontarsi, guardare avanti con fiducia nella scienza e poi comunicare", ci sembra di sentire da lassù le parole del professor Franco Scaramuzzi, presidente emerito dell’Accademia dei Georgofili e indimenticato per capacità, lungimiranza, signorilità nei modi e modernissima visione dell'agricoltura.


Le organizzazioni agricole: 8

Non si tirano indietro. Sono consapevoli della situazione, delle emergenze in atto, delle azioni da compiere, seppure ciascuna realtà cerchi di presentarsi in modo autonomo, ponendo l'attenzione su aspetti ciascuna diversi dagli altri.
Sarebbe un sogno vederle unite, ma siccome non si sa se si può dire oppure no, fate i conti che questa frase non sia stata nemmeno pensata.


I fiorentini: 9

Patiscono la città bloccata, non solo dal G20, ma anche da cortei e manifestazioni. Abituati alla ressa di turisti nel cuore della città, prima del covid-19 con numeri da capogiro, non si lamentano. Stoici.


Cristiano Spadoni: 10

È una delle punte di diamante di Image Line, sempre sul pezzo, sempre garbato, mai sopra le righe. E con la testa proiettata al futuro, al punto che durante il G20 Agricoltura si è guadagnato l'appellativo di "digital farm specialist" e l'attenzione dei media nazionali, solitamente molto prudenti quando si tratta di parlare bene dei colleghi viventi.

L'innovazione in agricoltura, che è la missione di Image Line, azienda fondata da Ivano Valmori (e al cui network appartiene AgroNotizie), passa anche da Cristiano Spadoni, per cui seguitelo, se non volete restare indietro.