L'Italia brucia. I dati di questa estate sono drammatici ed è ancora presto per contare tutti i danni. Ad oggi sono oltre 400 gli incendi boschivi di grandi dimensioni con superfici coinvolte che sono praticamente triplicate rispetto ai recenti anni e danni stimati per un miliardo di euro. Si corre il rischio di tornare ai drammatici ed infausti anni '80, quando in Italia in media bruciavano 150mila ettari di bosco all'anno.

Bisogna dire che, forse complice il riscaldamento globale, il fenomeno non è solo italiano. Nel solo bacino del Mediterraneo si perdono mediamente 480mila ettari ogni anno (fonte: Sisef). Da notare come negli Usa, in Canada e in Australia gli incendi hanno poi coinvolto immense superfici, con una velocissima velocità di propagazione ed arrivando a interessare i centri abitati e a causare numerose vittime.

Non si vuole certo arrivare a tanto. In Italia è importante prevenire dato che il primo fattore di rischio pare sia l'incuria. Ovvero, le sempre più frequenti ondate di calore estive che portano alla rapida essiccazione della vegetazione soprattutto nel sottobosco che poi funzionerà da rapido combustibile nell'incendio.

Se da un lato la superficie boscata nel nostro paese è in notevole crescita ed è arrivata a coprire 11,4 milioni di ettari (il 40% della superficie del Paese, ben oltre la media Ue, che è del 33%) il governo del territorio diventa sempre più difficile visto il forte spopolamento delle aree collinari e montane e l'abbandono di interi territori.
Il bosco però non deve diventare un problema ma una risorsa ed una opportunità, anzi un vero e proprio asset strategico del nostro Paese (e soprattutto dei suoi agricoltori).