Il filosofo israeliano Yuval Noah Harari, autore di numerosi successi editoriali internazionali, dipinge nei suoi libri un futuro fosco per effetto dell'avvento dell'Intelligenza artificiale (Ai) e della robotizzazione.
Nel futuro potrebbero essere guai per tutte le categorie che entreranno in competizione con le nuove creature informatiche: dai medici ai guidatori di mezzi - e già adesso vediamo le non più rare applicazioni, per esempio, quando dobbiamo metterci un contatto con la nostra banca.

Ne consegue, secondo il filosofo israeliano, che in futuro milioni di lavoratori si potranno trovare a spasso e dovranno sopravvivere con assegni di cittadinanza e provvidenze varie. Diceva però il mio povero nonno che disabituarsi al lavoro è pericoloso: fatto evidente già da oggi. Sebbene la disoccupazione italiana, complice la crisi Covid-19, abbia di nuovo superato il 10% e sebbene il numero degli inattivi (quelli che non ricercano nessun tipo di occupazione) sia del 5,2%, con grande contributo dei così detti Neet (Neither in employment or in education or training - in poche parole politically uncorrect: i giovani bighelloni) pare che in Italia manchino centinaia di migliaia lavoratori agricoli, con tutti i rischi conseguenti. Un pericolo che ci viene segnalato dai tanti amici imprenditori agricoli che anche nelle plaghe più povere del paese faticano a trovare manodopera. Nel Regno Unito, complice oltre che il Covid-19 anche la Brexit, per alcuni economisti è già emergenza nazionale per la massiccia mancanza di lavoratori nell'agricoltura e nei trasporti. Si temono fenomeni inflattivi per effetto della diminuita offerta e del conseguente aumento dei prezzi.

Da noi si lamenta che il reddito di cittadinanza o le misure di compensazione messe in atto durante la pandemia portino molte persone a rifiutare le occupazioni a loro offerte oppure a preferire (e ricercare) lavori "in nero". Le soluzioni proposte sono molteplici. Si va dai corridoi verdi per gestire contratti a tempo con lavoratori stranieri (un metodo largamente praticato per esempio in Germania e sperimentato pare con successo anche in Italia), alla costruzione di progetti di inserimento per rifugiati politici e immigrati clandestini, fino a dare la possibilità ai detentori di redditi di cittadinanza di stipulare brevi contratti a tempo nel settore agricolo senza perdere i propri diritti di sussidio.
Tutti progetti molto interessanti che devono però diventare parte di un disegno organico e strategico per il paese; a tutela degli imprenditori e, soprattutto, dei lavoratori stessi.

Perché l'agricoltura è strategica. E no, non ci stanchiamo di ricordarlo al legislatore.