Fumata nera da Bruxelles sulla Politica agricola comune (Pac) post 2023. I negoziati tra le istituzioni europee si sono conclusi senza un accordo su architettura verde della politica agricola futura, nuovi standard per l'agricoltura sostenibile, pacchetti economici per gli schemi di finanziamento all'agricoltura mirati alla protezione del clima e dell'ambiente, redistribuzioni economiche per i piccoli e medi agricoltori e dimensione sociale.
 
Le discussioni riprendono adesso nel corso di giugno.


Lo scontro sugli ecoschemi

Questi consistono in pacchetti economici destinati agli agricoltori che mirano a mettere in campo metodi sostenibili di semina e raccolta. La posizione del Parlamento Ue mirava a riservare il 30% del budget della Pac (circa 58 miliardi di euro) e a rendere gli ecoschemi obbligatori, mentre il Consiglio Ue vuole abbassarli al 20% (quasi 39 miliardi).


Il capping

Sul punto della redistribuzione delle risorse economiche, l'Europarlamento premeva per l'introduzione del meccanismo del capping obbligatorio, ovvero di un tetto massimo ai pagamenti diretti che avrebbe dovuto favorire un più agevole accesso ai finanziamenti per i piccoli e medi agricoltori. Questo per non ripetere l'errore della vecchia Pac, dove l'80% dei sussidi sono andati alle aziende più grandi e basate su uno sfruttamento intensivo delle risorse.

Il Consiglio ha proposto di introdurre un meccanismo di capping opzionale e basato interamente sulla performance dell'azienda.


La dimensione sociale

Oltre che sulla base della sostenibilità ambientale, i sussidi alle imprese agricole si sarebbero dovuti basare anche sulle condizioni lavorative dei dipendenti. Questo è stato uno dei punti fermi dell'Europarlamento, ma a cui è mancato il supporto da parte dei ministri dell'Agricoltura dei ventisette Stati membri. Secondo loro, infatti, questo avrebbe aggiunto ulteriori lungaggini burocratiche a carico degli agricoltori.

Per dirimere la controversia, è stato il Consiglio stesso che ha proposto alcune opzioni per la condizionalità sociale dei finanziamenti, su cui si discuterà a giugno.


Meccanismo di emergenza

La crisi pandemica ha costretto l'Europarlamento e il Consiglio Ue a pensare a un meccanismo di sostegno da attivare in caso di eventi eccezionali.

Già la Commissione europea si è attivata, nel corso del 2020, per sostenere il settore agricolo con degli aiuti e finanziamenti ed estendendo le scadenze per le richieste dei finanziamenti previsti dalla vecchia Pac.


Delusione per il mancato accordo

Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo dei socialisti e democratici in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha parlato di "un'occasione persa", ma ha promesso che "il nostro lavoro continua per garantire che la Pac continui a essere il volàno per la crescita economica dei nostri agricoltori e delle nostre aree rurali, con l'obiettivo di raggiungere un accordo entro giugno".

Il presidente della Commissione Agricoltura dell'Europarlamento, Norbert Lins, ha detto che l'atteggiamento "poco flessibile" del Consiglio Ue "minaccerebbe la sicurezza degli agricoltori e dei fattori europei", chiedendo un ritorno a delle "negoziazioni appropriate". "Questo passo fa male agli agricoltori, al clima e alla protezione ambientale. Ora agli agricoltori e ai fattori mancherà la sicurezza della pianificazione, e quelle misure di cui hanno bisogno verranno di nuovo portate alla lunga".


La reazione del mondo dell'agricoltura

Il Comitato delle organizzazioni professionali agricole (Copa) e la Confederazione generale delle cooperative agricole (Cogeca) puntano il dito contro la Commissione europea, rea, secondo loro, di non essere stata in grado di mediare "i rapporti tra i due colegislatori" e di essersi rivelata scarsamente coinvolta nel dibattito.

"La Pac attuale stabilisce elevati requisiti ambientali per gli agricoltori e le loro cooperative", dicono i due enti nel comunicato stampa congiunto. "La nuova condizionalità rafforzata, gli ecoregimi proposti e le misure ambientali e climatiche del Secondo pilastro indurranno gli agricoltori dell'Ue a compiere maggiori sforzi, molto superiori a quelli di tutti gli altri agricoltori del mondo".
 
In collaborazione con Laura Valentini