Ma il costo della terra - parliamo di terreni agricoli s'intenda - è legato all'agricoltura, o meglio ai prezzi che riesce a spuntare l'agricoltore?
A dare un'occhiata ai dati Eurostat sul mercato fondiario agricolo europeo si potrebbe desumere che l'agricoltura italiana spicchi di gran lunga per redditività sulla quasi totalità dei paesi europei. Il che, ovviamente, non è vero.

Secondo Eurostat, il valore medio italiano è di 34.156 euro per ettaro, preceduto unicamente da Lussemburgo (37.300 euro per ettaro) e Olanda (69.632 euro per ettaro). Ben davanti a paesi come la Spagna (12.926 euro per ettaro) o la Francia (6mila euro per ettaro).
L'Italia spicca anche per i prezzi massimi - che si realizzano in alcune aree e che influenzano notevolmente la media. Per la cronaca i valori nelle aree interne del Sud e isole italiane son molto bassi e in calo (dati Crea). In realtà come si può facilmente desumere il costo dei terreni è dovuto a una vasta congèrie di fattori che esulano dal mero andamento dei prezzi agricoli o del reddito degli agricoltori. Ovviamente dipenderà dalla disponibilità dei terreni stessi (il caso olandese è lampante), da vincoli posti dal legislatore (in Danimarca, per esempio, i valori son diminuiti per effetto della nuova legislazione ambientale), dalle politiche di sostegno agricolo (il disaccoppiamento…), dal risparmio delle famiglie (i terreni agricoli rappresentano in alcuni paesi il classico bene rifugio) e da tant'altro.

In Italia si può dire che i fattori non agricoli prevalgono di gran lunga sui fattori propriamente agricoli. Il capitale fondiario occupa uno scarsissimo spazio nel dibattito politico europeo e italiano in particolare - questo a differenza, per esempio, degli Stati Uniti.
Se questo sia poi un bene un male qui lo lasciamo al giudizio degli agricoltori (quelli veri).