Ogni anno durante il World Agri-Tech Innovation Summit (di cui AgroNotizie è partner) aziende, agricoltori, ricercatori, investitori e policy maker si riuniscono a San Francisco e Londra per immaginare il futuro dell'agricoltura. Durante l'ultima edizione statunitense (9-10 marzo 2021) una parola è risuonata spesso durante le numerose conferenze organizzate attorno al globo in maniera virtuale: Rinascimento.

In Italia quando si parla di Rinascimento la mente va al periodo di grandi rivoluzioni, culturali, tecnologiche e sociali, che seguì l'epoca buia del Medioevo. In agricoltura il Rinascimento immaginato dai grandi player riguarda la sostenibilità. Produrre cibo in maniera sostenibile per l'ambiente, ma anche per l'uomo, inteso sia come consumatore che come lavoratore, e infine per i bilanci delle aziende agricole.


Rinascimento fa rima con innovazione

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo l'innovazione e la collaborazione sono considerati da tutti gli stakeholder gli elementi essenziali della strategia per il futuro dell'agricoltura. Durante la due giorni californiana hanno preso la parola aziende del calibro di Syngenta, Bayer, BASF, Corteva, Valagro, AlgaEnergy, Yara, Trimble, AGCO, Blackrock, Bosch, Cargill, Dole, EY, Upl, Ibm, Microsoft, AWS e tanti altri ancora. Dalle discussioni nei diversi panel sono emerse cinque parole chiave: collaborazione, carbon neutrality, digital farming, bio-based solutions e Tea, Tecnologie di evoluzione assistita.

Collaborazione. Le sfide che l'agricoltura ha davanti sono talmente epocali che nessun soggetto, per quanto grande, può farcela da solo. Serve dunque un approccio di open innovation che metta in sinergia le risorse delle varie aziende che operano lungo la filiera. E serve un patto di collaborazione tra chi fornisce gli input e gli agricoltori, al fine di trasferire sul campo le innovazioni messe a punto nei laboratori di ricerca.

Carbon neutrality. Per raggiungere gli obiettivi degli Accordi di Parigi è necessario che l'agricoltura non solo riduca l'immissione di gas ad effetto serra in atmosfera, ma deve anche attrezzarsi per sequestrare il carbonio nei terreni, in modo da agire come mitigatore dei cambiamenti climatici. Come AgroNotizie stiamo seguendo da vicino questo tema attraverso numerosi articoli.

Digitale. Grazie all'adozione del paradigma 4.0 gli agricoltori sono in grado di produrre di più con meno. La parola d'ordine è ottimizzare gli input produttivi, dall'acqua ai fertilizzanti, dagli agrofarmaci al suolo. Grazie a sensori, big data, Intelligenza artificiale, IoT, precision farming e tanto altro ancora si può alzare l'asticella dell'efficienza agricola, riuscendo a sfamare una popolazione in crescita senza utilizzare maggiori risorse.

Bio-based solution. Per raggiungere l'obiettivo della sostenibilità, ma mettere gli agricoltori nelle condizioni di continuare a produrre, i ricercatori devono farsi "ispirare" dalla natura. La chiave è sfruttare meccanismi naturali per aumentare la produttività dei campi. Batteri che aiutano le piante a fissare l'azoto atmosferico e riducono quindi l'uso dei concimi. Funghi "buoni" che proteggono le colture da microrganismi patogeni. Composti di origine naturale che aiutano le piante a superare gli stress abiotici, come il caldo o la siccità. Sono solo alcuni degli esempi, emersi durante i webinar, che possono aiutare a vincere la sfida della sostenibilità.

Tea. Le Tecnologie di evoluzione assistita (o Nbt, New breeding techniques) rappresentano per molti la vera svolta nella strada verso la sostenibilità. Essere in grado di migliorare la genetica delle piante, in maniera precisa e sicura, permette di avere colture che sfruttano meglio gli input produttivi, che resistono ad insetti e patogeni, che offrono cibi gustosi e nutrienti... Le potenzialità sono (quasi) infinite e ad oggi gli ostacoli più grandi alla loro adozione sono di carattere normativo e culturale.
 


Gli Usa seguono l'Europa sulla strada della sostenibilità

Negli Stati Uniti l'impegno crescente delle aziende del settore verso la sostenibilità è dettato in primis dalla richiesta dei consumatori che in maniera crescente sono preoccupati dell'impatto delle attività umane nei confronti del pianeta. Ma si può percepire un cambio di passo anche dalla nuova amministrazione. Dopo l'elezione alla Casa Bianca di Joe Biden sembra che i temi della sostenibilità e della lotta ai cambiamenti climatici siano tornati nell'agenda pubblica, dopo quattro anni in cui, durante il mandato di Trump, erano sostanzialmente scomparsi.

Gli Stati Uniti si stanno dunque allineando alla politica europea così come propugnata da Ursula von der Leyen, quando sul finire del 2019, a pandemia non ancora iniziata, annunciò l'ormai famoso Green deal. Un piano che ha come obiettivo la neutralità climatica del vecchio continente entro il 2050 e una pesante riduzione, tra le altre cose, dell'uso di agrofarmaci e fertilizzanti (come da strategia From farm to fork).

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