Il settore del vino, l'identificazione e le etichette dei prodotti per gli esercizi agrituristici, il sostegno ai giovani nei campi, l'ampliamento dei controlli per le imprese alimentari (e dei mangimi) con l'inserimento nel Registro unico dei controlli, e la bonifica con infrastrutture irrigue. Queste alcune delle norme contemplate dal decreto Semplificazioni per l'agricoltura.

L'obiettivo del provvedimento, approvato definitivamente alla Camera con voto di fiducia al fotofinish (scadeva a metà settembre), era rendere meno severo - sostanzialmente snellendo le procedure e abbattendo i tempi di esecuzione - il rilancio economico del paese. Un obiettivo che per essere raggiunto si concentrava sulle infrastrutture, sull'edilizia e sull'accelerazione del digitale. Il testo pur avendo subito modifiche non trascurabili, è ritenuto dal Governo anche uno strumento utile all'acquisizione dei fondi europei, il Recovery plan - ormai pronto e dedicato perlopiù a sostenibilità e digitale - avrà bisogno di velocità d'esecuzione.

Per quanto riguarda il sostegno ai giovani contadini, fino ai quarantuno anni sarà possibile beneficiare di agevolazioni a fondo perduto fino al 35% e di un finanziamento a tasso agevolato fino al 60% per i giovani agricoltori.

C'è spazio anche per il biologico con una norma che consente al ministero delle Politiche agricole di avere a disposizione gli strumenti per gestire l'emergenza che si è creata con la fissazione dei limiti massimi di residuo di acido fosfonico e fosforoso per le derrate alimentari prodotte in agricoltura biologica, che rischiavano di perdere la certificazione. Il ministero avrà sostanzialmente il compito di stabilire specifiche soglie di presenza di acido fosforoso per i prodotti coltivati nelle aree interessate, attraverso l'emanazione di un decreto, d'intesa con la Conferenza Stato Regioni entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge.

Inoltre, come ha messo in evidenza la Coldiretti, cade il 'segreto di Stato' sui cibi stranieri che arrivano in Italia, e sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall'estero dai quali dipende ben l'84% degli allarmi sanitari scattati in Italia nel 2019. Si tratta di una norma che - ha spiegato la Coldiretti - "finalmente assicura la massima trasparenza sui flussi agroalimentari. Il decreto prevede che il ministero della Salute renda disponibili, ogni sei mesi, attraverso la pubblicazione sul sito internet nella sezione 'amministrazione trasparente' tutti i dati relativi a alimenti, mangimi e animali destinati al consumo in arrivo dall'Ue e dai paesi extracomunitari; saranno resi noti anche i dati identificativi 'degli operatori che abbiano effettuato le operazioni di entrata, uscita e deposito dei suddetti prodotti'. Una misura - ha concluso la Coldiretti - finalizzata a distinguere il vero made in Italy e a garantire scelte di acquisto consapevoli".