Lo scorso 21 luglio il ministero della Salute ha pubblicato, come di consueto, i dati di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti.

I campioni di frutta, verdura, cereali e farine, olio, vino e prodotti per neonati analizzati secondo le normative europee nell'anno 2018 ci indicano che su 1,8 milioni di analisi (12mila campioni) solo lo 0,8% si presentava come non conforme: ovvero il campione aveva residui superiori al massimo consentito dalla legislazione.
 
L'anno precedente le "positività" avevano riguardato lo 0,9% del totale, quindi un piccolo ma sostanziale miglioramento c'è stato. Da notare che ben il 65,6% degli ortaggi non presenta alcun tipo di residuo, lo stesso per il 77,1% dei campioni dei cereali.

Il 100% dei campioni di vino e olio di oliva non presenta alcuna irregolarità. Il dato pare proprio eccellente e vediamo, tanto per fare un confronto, un altro paese produttore dell'Unione europea: la Francia. Proprio la scorsa settimana sono stati pubblicati nell'Esagono i dati riguardanti le analisi dei residui di agrofarmaci effettuate dalla Dgccrf (Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes): sempre nel 2018 in Francia il 3,5% dei prodotti di origine vegetale aveva residui al di sopra della soglia massima stabilita (Mrl).

Attediamo i dati continentali dell'Efsa ma, se la memoria non ci inganna, l'Italia risulta sempre seconda dopo la Germania (e molto al di sopra di Francia e anche Spagna) per quanto riguarda il numero dei campioni effettuati - e proprio in questo periodo anche la gente comune ha imparato come sia importante avere un congruo numero di campioni di base per effettuare confronti statistici. Come diceva un vecchio amico: parlo sempre male di me stesso - ma, se mi confronto, esulto.