"Raccontare oggi del 2019 è abbastanza strano perché sembra di parlare di un'altra epoca. Il comparto birra in Italia è in piena salute. Per questo siamo convinti che possa essere anche un driver per la ripartenza dell'economia italiana post Covid-19".
Così si è espresso il presidente di Assobirra, Michele Cason, durante la conferenza stampa online dello scorso 16 luglio.

Il 2019 si è chiuso all'insegna della forte crescita della birra in Italia, con risultati positivi che si sono tradotti anche in un aumento dell'occupazione in Italia, con oltre 3mila posti di lavoro in più rispetto all'anno precedente tra addetti diretti e indiretti per un totale di oltre 144mila occupati lungo tutta la filiera. Un comparto che genera posti di lavoro, in maniera più che proporzionale rispetto al sistema economico nazionale.


I dati del comparto

Da 16.421.000 a 17.247.000 ettolitri. Questi i dati del 2019 che, in linea con il trend positivo degli ultimi 10 anni, ha visto la produzione aumentare i volumi del 35%; stabilizzandosi al nono posto in Europa. Un incremento della produzione che ha riguardato l'intero comparto, includendo anche i piccoli produttori che sono cresciuti del +3,8% rispetto al 2018.

Record anche sui consumi della birra che hanno superato la quota dei 20 milioni di ettolitri con una crescita del 2,6% rispetto al 2018, con un diretto impatto anche sui consumi pro-capite, giunto a quota 34,6 litri.
"Un obiettivo che sembrava irraggiungibile qualche anno fa" ha affermato Cason.

Grande boom anche per quanto riguarda l'export. Dopo il grande balzo del 2018, anno in cui il valore aveva raggiunto +6,6% sul 2017, i volumi esportati nel 2019 si sono avvicinati ai 3,5 milioni di ettolitri, segnando un +13% rispetto al 2018. Soprattutto verso i Paesi a forte tradizione birraria, come il Regno Unito (ben il 46% del totale), gli Stati Uniti (9,7%) e l'Australia (8%).

"Il 2019 ha confermato la predilezione degli italiani per la birra che, anno dopo anno, assume un ruolo sempre più di rilievo nel panorama del beverage italiano e di conseguenza nell'economia nazionale" ha precisato il presidente di AssoBirra.

"Tuttavia, l'emergenza sanitaria da Covid-19 mette a rischio la sopravvivenza di molte realtà e le prospettive di crescita a medio termine dell'Italia (e non solo). Se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali, l'impatto sull'economia sarà rilevante. Quanto al nostro settore, siamo convinti che le potenzialità insite nella filiera dell'orzo, così come nella coltivazione del luppolo, meritino un'adeguata valorizzazione soprattutto a livello europeo di politica agricola comune (Pac). Prioritario è, inoltre, un potenziamento degli incentivi fiscali, a cominciare da una progressiva riduzione delle accise", ha concluso Michele Cason.


Birra, l'unica con le accise

"Non tutti sanno che in Italia la birra è l'unica bevanda da pasto a pagare le accise, su cui pesa ancora la penalizzazione assolutamente ingiustificata che ha visto un aggravio fiscale del 30% tra l'ottobre 2013 e il gennaio 2015 - ha specificato Alfredo Pratolongo, vicepresidente di Assobirra.

L'associazione è infatti determinata nel proseguire un dialogo propositivo con il Governo e il mondo delle istituzioni e, nel concreto, si fa portavoce di questa richiesta a supporto dell'intera filiera.
 
"Questa misura che chiediamo riguarda un intervento strutturale che, mediante la riduzione delle accise, consenta al comparto di rimanere competitivo nello scenario attuale e fronteggiare al meglio il calo stimato dei volumi e dei consumi made in Italy nel 2020" specifica Pratolongo.
 

Un comparto sostenibile

Da anni, il comparto investe in sostenibilità raggiungendo e superando gli obiettivi di riduzione di acqua (-35%), CO2 (-58%) ed energia (-26%) nel periodo 2010-2019, il cui raggiungimento era stato previsto entro il 2020.
Un altro passo in avanti nel percorso di sviluppo sostenibile dell'Italia alla luce delle sfide contenute nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile.

Le aziende birrarie associate ad AssoBirra continuano il loro impegno nella promozione del consumo responsabile, con campagne d'informazione mirate ad aumentare la consapevolezza dei consumatori sui rischi connessi all'abuso e all'uso scorretto delle bevande alcoliche, stimolando il più ampio confronto con le Istituzioni sulle misure da adottare congiuntamente per sensibilizzare l'opinione pubblica.