Il mondo del lavoro nel settore agricolo è unico rispetto agli altri comparti produttivi. La maggior parte delle persone impiegate è infatti un lavoratore autonomo e del milione di dipendenti il 97% sono operai, il 90% dei quali sono impiegati a tempo determinato. Emerge dunque un quadro frammentato, fortemente stagionalizzato e dipendente da manodopera estera, visto che un lavoratore su tre proviene da oltreconfine.

Di lavoro nel settore agroalimentare si è parlato durante un webinar organizzato dagli Stati generali del mondo del lavoro, il format di eventi nato a Torino nel 2019 per opera di Pier Carlo Barberis. Il webinar del 27 maggio scorso ha visto la partecipazione di diversi stakeholder della filiera che si sono confrontati su un tema oggi di primaria importanza a causa della crisi economica che il paese sta attraversando a causa del Covid-19: la disoccupazione e la scarsità di manodopera in campagna.

Oltre ai dati sopra elencati, Ersilia Di Tullio (senior project manager di Nomisma) ha identificato tre temi centrali: la disponibilità di lavoro, il matching tra lavoratori e imprese e la professionalizzazione dei lavoratori. Se infatti oggi mancano all'appello circa 370mila stagionali (dati Coldiretti) ci sono anche molti neo-disoccupati italiani in cerca di un impiego. Persone che tuttavia, provenendo da altri comparti, devono essere formate, con i tempi e i costi che questo comporta.

Di competenze ha parlato anche Milena Viassone, coordinatrice del Campus management e economia dell'Università di Torino (sede di Cuneo). Oggi per trovare lavoro servono competenze tecniche (specifiche del settore e generali), digitali e soft skills. Proprio queste ultime non devono essere sottovalutate. Problem solving, pensiero critico, creatività, gestione del personale e lavoro in team rappresentano infatti una ricchezza inestimabile per le imprese.
 

A rappresentare il lato tecnologico dell'agricoltura ci ha pensato Fabio Isaia, ceo di Topcon Agriculture, che ha non solo illustrato le enormi potenzialità delle nuove tecnologie, ma ha anche sottolineato come queste siano lo strumento abilitante di una economia maggiormente sostenibile ed economicamente soddisfacente per gli agricoltori.
 

Valorizzazione di agricoltura e territorio

Il webinar, primo di una serie di quattro, ha preparato la strada per l'evento live Stati generali mondo del lavoro agricoltura e alimentazione in programma a Cuneo dal 26 al 29 ottobre 2020. E proprio il sindaco di Cuneo, Federico Borgna, ha preso la parola per ricordare l'importanza per il territorio del settore agroalimentare. Così come Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo, ha voluto sottolineare l'importanza di rivedere le regole del lavoro in questo momento di trasformazione.

Oggi infatti il contenimento della pandemia richiede forme flessibili di lavoro, come lo smart working, che non possono essere affrontate con strumenti vecchi. Per questo Giuliana Cirio ha voluto ribadire la necessità di sviluppare un nuovo contratto del lavoro, che fissi a livello generale alcuni principi e che poi lasci libertà organizzativa alle singole aziende.

A prendere la parola è stato poi Gianni Genta, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, che ha ricordato due programmi sostenuti dalla fondazione. Il primo è Agricoltura 4.0, che mira a formare digital ambassador che aiutino le Pmi del mondo agroalimentare a digitalizzarsi e ad aprirsi al mondo. Il secondo è Filiera futura, da poco avviato e che ha come presidente onorario del Comitato scientifico Carlo Petrini. Si tratta di una associazione che sosterrà iniziative di innovazione nel settore della trasformazione agroalimentare e che vede scendere in campo quattordici fondazioni bancarie, oltre all'Università di scienze gastronomiche di Pollenzo e a Coldiretti.
 

L'agricoltura torna al centro

Tra i relatori del webinar c'erano anche Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Il primo ha ricordato come l'emergenza Covid-19 abbia prepotentemente rimesso al centro del dibattito pubblico l'agricoltura e la sicurezza alimentare, intesa come il diritto dei cittadini di avere accesso ad un cibo sano ad un prezzo giusto. Moncalvo ha ribadito la necessità che si investa sui territori e sulle filiere, al fine di valorizzare le produzioni di qualità e di avere una giusta redistribuzione dei proventi lungo tutta la filiera.

Anche il presidente Giansanti ha sottolineato la necessità che il paese si doti di una strategia per dare visione al suo settore primario. A maggior ragione in un momento come questo, in cui anche i consumi degli italiani sono mutati (basti pensare alla crisi del vino). Non solo la produzione, ma anche la distribuzione deve essere ripensata alla luce dell'emergenza Covid-19. Esemplificativo è il successo avuto dalle piattaforme di e-commerce e dal food-delivery, a cui oggi molti italiani si rivolgono per ricevere il cibo a casa.

Di legame tra territorio e agricoltura ha parlato anche Duccio Caccioni, direttore scientifico della Fondazione Fico, che ha ricordato come dal 1961 ad oggi l'Italia abbia perso quasi la metà della sua superficie agricola e come ormai da anni il settore sia la Cenerentola dell'encomia italiana, nonostante possa esprimere eccellenze che se debitamente valorizzate potrebbero generare un ritorno economico considerevole. E allora quei 100 miliardi di export che oggi sembrano lontani sarebbero a portata di mano. Soprattutto se l'agricoltura entrasse in risonanza con il turismo e con il tema della sostenibilità, oggi al centro dell'agenda politica economica e sociale del vecchio continente.

Durante il webinar hanno preso la parola anche Marco Pagano, ceo dell'agenzia per il lavoro Risorse Spa, e Giovanni Radis, presidente di Réseau entreprendre Piemonte, una associazione senza scopo di lucro che aiuta giovani imprenditori e che ha lanciato un programma di accelerazione denominato Agribusiness innovation lab.

Questo articolo fa parte delle collezioni: