Moderna, semplice e flessibile, sostenibile. Questi i tre pilastri della 'nuova' agricoltura per come la immagina l'Europa nella futura Pac; e questo per consentire di raggiungere soddisfacenti obiettivi economici, sociali e ambientali. E il tutto dovrà essere efficace e in linea con le strategie per la tutela della natura e l'alimentare. Parola della Commissione Ue, targata Ursula von der Leyen.


Gli obiettivi

Gli obiettivi futuri europei, che sono alla base di quella che dovrà essere la nuova formula da declinare per l'agricoltura di domani, vanno dalla conservazione della biodiversità alla garanzia di un reddito equo, dal sostegno al rinnovamento dei contadini (non soltanto in chiave anagrafica) alle azioni contro i cambiamenti climatici. Obiettivi che potranno essere raggiunti con una serie di strumenti e indicatori per misurarne l'evoluzione.

Ci si sposta verso un approccio più flessibile, che offre una maggiore libertà ai paesi Ue di poter decidere al meglio come raggiungerli, provando allo stesso tempo a rispondere a esigenze specifiche dei propri agricoltori.


I piani strategici

Entrano allora in gioco i piani strategici della Pac che, secondo la Commissione Ue, offriranno agli Stati membri un'autentica sussidiarietà per rispondere alla particolare situazione e per garantire maggiore resistenza al settore agricolo mettendo anche in evidenza i propri punti di forza sfruttando le opportunità.

Questi piani, inclusi gli obiettivi che dovranno farne parte, dovranno avere in comune la stessa grammatica con il Green deal, ed essere compatibili con il Farm to fork e la tutela della biodiversità.

In particolare la strategia Farm to fork - che viene rafforzata da quella sulla biodiversità - ha come fondamenta un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente. Gli obiettivi principali sono quelli di fermare la perdita di natura e la trasformazione dei nostri sistemi alimentari in standard globali per la competitività, per la protezione della salute umana, e per il sostentamento dell'intera catena alimentare. La crisi posta dal coronavirus viene presa come esempio da tener presente: dimostra quanto sia cruciale per la nostra società un sistema alimentare funzionante. Non soltanto. E' uno dei punti centrali per la ripresa dell'Europa dall'emergenza Covid-19.


I punti qualificanti

Tra i punti qualificanti del programma di queste due strategie europee 'sostenibili', fissate al 2030, c'è: la riduzione del 50% dei prodotti fitosanitari e del 20% dei fertilizzanti, trasformare il 10% delle terre agricole Ue in 'paesaggio', istituire aree protette sul 30% delle superfici terrestri e marine (di queste il 10% dovranno essere super-protette), dimezzare le vendite di antibiotici per gli allevamenti e l'acquacoltura.

C'è poi spazio alla questione etichette, su cui nel 2022 dovrebbero arrivare due proposte; una per l'estensione dell'indicazione di origine obbligatoria degli alimenti, e l'altra per un'etichetta colorata in stile 'semaforo' con le informazioni sui nutrienti che - viene spiegato - "aiutano i cittadini a scelte consapevoli legate alla salute, e i colori con indicatori riassuntivi, come il nutriscore, sono più comprensibili". Ma per tutto il pacchetto di misure c'è ancora tempo per parlare: le proposte legislative sono infatti in programma dal 2021 in poi.


Il bilancio tra paesi ed Europa della nuova Pac

La nuova Pac - viene messo in evidenza dalla Commissione Ue - incoraggerà e sosterrà "un maggiore utilizzo delle moderne tecnologie e innovazioni; i sistemi di consulenza, conoscenza, e innovazione a livello locale aiuteranno gli agricoltori a comprendere meglio e a rispettare le regole dell'Ue" anche guardando a "una serie di dati economici e ambientali per fornire informazioni tecnologiche e scientifiche".

In questo modo l'Europa afferma chiaramente che ha bisogno di "un settore agricolo resiliente, sostenibile e competitivo per garantire la produzione di alimenti di alta qualità, sicuri e a prezzi accessibili per i suoi cittadini, e un forte tessuto socio-economico nelle aree rurali".


Un pezzo del Green deal

L'agricoltura entra a far parte, con questi documenti, del cerchio magico del Green deal e del progetto di sviluppo sostenibile che l'Europa sta cercando di scrivere. E anche se non tutti sono d'accordo, in testa agricoltori e produttori alimentari, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans fa presente che "circa un quinto della nostra economia dipende da un ambiente sano e gli investimenti in questo settore sono un enorme potenziale. I sistemi alimentari e agricoli sostenibili a livello globale possono creare nuovo valore per 1.800 miliardi di euro entro il 2030".

Mettendo insieme la strategia sulla biodiversità e quella Farm to fork - rileva il ministro dell'Ambiente Sergio Costa - e se questo intreccio viene associato alla Pac risulta che già tra il 25 e il 40% delle nuove proposte sia di tutela dell'ambiente. Secondo la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova per la Farm to fork intesa come un pezzo del Green deal "serve più coraggio, più concretezza"; per esempio "sugli sprechi alimentari dovremo essere noi a dare idee, modelli di intervento. Il recupero delle eccedenze con destinazione al sostegno delle persone in difficoltà deve essere una priorità europea. L'economia circolare per me passa prima di tutto da qui".

Poi Teresa Bellanova torna sul frangente storico della crisi coronavirus: "L'esperienza che stiamo maturando per fronteggiare l'emergenza alimentare va assolutamente valorizzata perché rappresenta un modello che dovrebbe essere replicato a livello europeo. L'Italia può fare scuola".


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