Se qualche cosa di buono la pandemia ha portato questo può riguardare la rinnovata percezione della centralità dell'agricoltura nella nostra vita. Perché l'agricoltura è centrale, centralissima: ma fino ad ora non è stata percepita come tale.

Qualcuno per esempio sta scoprendo che senza la gente che lavora nei campi potrebbe anche non arrivare il cibo sulle nostre tavole – banale si direbbe, ma non troppo.

In Francia un grande sindacato agricolo ha lanciato una campagna rivolta ai consumatori intitolandola: "Mobilisons-nous pour sécuriser nos assiettes" - mobilitiamoci per assicurarci il cibo. Senza braccianti i prodotti agricoli non si producono e non si raccolgono; quindi "non se magna".

In tutti i paesi più evoluti d'Europa si sta scoprendo che il lavoro lo fanno spesso gli immigrati.
In Germania, dove si sa che son precisi, dopo avere chiuso totalmente le frontiere ai lavoratori stagionali han fatto di conto ed hanno scoperto che qualcosa non tornava. Il Governo tedesco quindi autorizzerà l'entrata di 80mila lavoratori stagionali (40mila al mese per i prossimi due mesi) anche con il blocco delle frontiere causato dalla pandemia. I lavoratori – provenienti in genere dall'Est Europa - dovranno viaggiare in gruppi ed esclusivamente via aerea. Saranno pianificati controlli sanitari – i lavoratori stagionali esteri saranno inoltre tenuti separati dagli altri lavoratori e per 14 giorni non potranno mai lasciare le aziende agricole.

E l'Italia? Sarà meglio darsi da fare ed avere una linea chiara da subito per evitare pericolose derive. Anche da noi l'agricoltura deve essere al centro.