L'emergenza sanitaria legata al coronavirus sta mettendo a dura prova l'Italia. Per fronteggiare le criticità che il comparto primario deve affrontare la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova ha scritto, lo scorso 2 marzo, alla Commissione europea chiedendo la proroga per le domande Pac e le scadenze dei Psr.

La sollecitazione è giunta in settimana da imprese agricole, associazioni di categoria, rappresentanti dei lavoratori e Regioni. La richiesta è finalizzata a posticipare di un mese le scadenze per le domande Pac, a prorogare al 15 ottobre alcune scadenze relative ai pagamenti diretti e al 31 dicembre i pagamenti delle misure a superficie dei Programmi di sviluppo rurale regionali e a prorogare l'attuazione dei programmi di promozione e dei programmi di sostegno delle Ocm.

Nel testo - si legge in una nota del Mipaaf - si evidenziano le difficoltà vissute dal settore in queste settimane: logistica e trasporti, anche verso paesi extra-Ue, difficoltà nell'attuazione "dei programmi di promozione e informazione dei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olio di oliva, frutta e latte nelle scuole" con il rinvio di numerosissime manifestazioni pubbliche, rischio impasse nell'attuazione dei programmi di sostegno delle Ocm, penalizzazioni delle attività commerciali con "riflessi pesanti" anche sul valore della produzione commercializzata, difficoltà nella gestione delle misure dello Sviluppo rurale anche per i possibili slittamenti delle necessarie verifiche da parte degli Organismi pagatori.

"La difficoltà che sta attraversando il settore è evidente - ha affermato la ministra - e bisogna fare di tutto per allentare la morsa che stringe imprese e lavoratori. Le richieste che facciamo a Bruxelles vanno in questa direzione e soprattutto tendono ad impedire che possano vanificarsi risultati e sforzi di anni".

Inoltre misure per l'agroalimentare sono contenute nel decreto legge "Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19" approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 28 febbraio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2020. Nello specifico, si legge in un comunicato del Mipaaf, si tratta dei seguenti interventi: "Garantire liquidità alle imprese agricole per estinguere i debiti bancari attraverso mutui a tasso zero. Tutela del made in Italy agroalimentare nel mondo con l'introduzione di sanzioni contro pratiche commerciali sleali che colpiscono le nostre imprese e i nostri prodotti, danneggiandone la reputazione. Sostegno ai lavoratori del settore agricolo con la cassa integrazione in deroga. Sostegno alle aziende agricole che esercitano attività agrituristiche con la sospensione di tutti i versamenti contributivi, previdenziali, e dei premi per l'assicurazione obbligatoria". "Si tratta di prime urgenti misure a sostegno delle imprese del settore agroalimentare e per contrastare ogni forma di pratica e concorrenza sleale che saranno ampliate e rafforzate rapidamente con i prossimi  provvedimenti" ha affermato la Bellanova.
 

Zootecnia in difficoltà

Nell'area rossa, che comprende undici comuni fra Lombardia e Veneto, è alta la concentrazione di allevamenti e diverse sono le difficoltà che devono affrontare a causa delle misure restrittive per contenere il contagio da Covid-19.
"E' necessario garantire una adeguata assistenza nelle stalle, alle strutture e agli animali, ma anche assicurare la disponibilità della forza lavoro nei campi con le necessarie deroghe per la movimentazione delle persone, del bestiame, degli alimenti deperibili, della produzione casearia con l'uscita degli automezzi con il prodotto trasformato verso piattaforme logistiche, impianti di confezionamento, stabilimenti di stagionatura e attività commerciali" scrive Coldiretti.

Ma potrebbero esserci problematiche anche a livello nazionale. Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, sottolinea infatti la dipendenza dell'Italia dall'estero per le materie prime delle produzioni alimentari e mangimistiche, e chiede al Governo e alle Autorità competenti di riservare la massima attenzione al problema degli approvvigionamenti di tali materie prime che possono derivare in conseguenza di misure cautelari che paesi esportatori hanno preso, o intendono prendere, nei confronti del Belpaese. Sono soprattutto, ma non soltanto, cereali e farine proteiche le merci per uso mangimistico per le quali potrebbero verificarsi i contraccolpi più preoccupanti secondo Assalzoo.

Altri approfondimenti:  

Contoterzisti: attività dimezzata e fatturato a rischio

Sono strette in una morsa le cinque aziende agromeccaniche nei comuni lodigiani che rientrano nella zona rossa. I terzisti hanno adottato ogni misura atta a prevenire, per quanto possibile, il rischio contagio e collaborano con i militari posti ai confini dell'area di contenimento, ma la loro attività è dimezzata, potendo svolgere lavorazioni agromeccaniche solo sui terreni all'interno dell'area soggetta a restrizioni.
Oltre alla perdita di commesse e di fatturato, si aggiungono altre due difficoltà. I dipendenti residenti al di fuori della zona rossa non possono raggiungere il luogo di lavoro, inoltre, in caso di cambiali o rate dei mutui in scadenza, la chiusura delle banche rischia di mettere in gravissima difficoltà le aziende.
L'attività si era fermata già in autunno a causa delle piogge abbondanti, poi è arrivato l'inverno. Solo nei giorni scorsi, grazie alle belle giornate, i contoterzisti avevano ripreso a lavorare con continuità. "Occorre preparare i terreni per la semina, spargere il liquame, trasportare il digestato degli impianti di biogas e fra non molto iniziano i trattamenti fitosanitari, operazione che un terzista deve eseguire su tre o quattro province per rientrare dall'investimento in un trampolo", spiega il presidente di Uncai Aproniano Tassinari. "Chi è riuscito a spostare le macchine fuori dal comune prima che fosse posto in quarantena, riesce a portare avanti l'attività impartendo indicazioni ai dipendenti per telefono, ma si trova nella situazione di non poter usare il gasolio agricolo", prosegue Tassinari che chiede di tutelare le aziende agromeccaniche garantendo dei varchi sicuri tra zona rossa e gialla per gli operatori agromeccanici.
 

Florovivaisti, -50% ordinativi mimose

"l produttori di mimose rischiano il 50% di disdette sugli ordini da parte della Gdo a ridosso dell'8 marzo, con pesanti ricadute per i fatturati dei produttori. Inoltre, il mercato delle piante in vaso comincia a dare segni di preoccupazione in Italia anche se, per ora, non ci sono problemi sull'esportazione". Così dichiara il presidente dell'Associazione dei florovivaisti italiani, Aldo Alberto. "Ci auguriamo che l'emergenza si risolva in tempi brevissimi, altrimenti saranno necessarie dal Governo misure a supporto di tutte le imprese florovivaiste. Oltre alle regioni interessate, potrebbe essere colpita la filiera nazionale del settore".

Il settore florovivaistico rappresenta in Italia il 5% della produzione agricola totale, scrive l'associazione in una nota, e si estende su una superficie di quasi 30mila ettari, contando 21mila aziende (100mila addetti), di cui 14mila coltivano fiori e piante in vaso e 7mila sono vivai. Il comparto vale circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 55% va attribuito ai prodotti vivaistici (alberi e arbusti), rende noto l'associazione. In Europa, le aziende florovivaistiche contano un fatturato di oltre 20 miliardi di euro e l'Italia, vale il 15% della produzione comunitaria. Tra i maggiori produttori in Italia ci sono Liguria, Toscana, Campania, Sicilia e Puglia.
 

Agriturismi, è allarme per le disdette

Confagricoltura Emilia Romagna lancia l'allarme: "Non stiamo parlando di 'pioggia di disdette', ma di un totale annullamento delle prenotazioni in agriturismo per le vacanze di Pasqua da parte di clienti italiani e stranieri. È evidente che le strutture della regione non possono andare avanti senza aiuti e sostegno", scandisce a chiare lettere Gianpietro Bisagni, presidente degli agriturismi associati all'organizzazine agricola regionale. Sono quasi 1.170 le aziende agrituristiche in Emilia Romagna e che ora rischiano di non reggere l'urto del coronavirus, avverte l'organizzazione agricola.

Stessa situazione per gli agriturismi umbri, con un calo fino al 100% sulle prenotazioni di Pasqua. Racconta Rinaldo Giannelli, titolare dell'agriturismo Il Cerretino, a Città di Castello, e socio Cia Umbria: "Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto disdette per paura di contagio da coronavirus e molti clienti storici, che da 20 anni vengono qui da noi dall'Olanda e dalla Danimarca soprattutto, ad oggi non hanno neanche chiamato per confermare la consueta prenotazione per le vacanze estive".
La cancellazione delle prenotazioni si porta dietro una serie di danni economici indiretti. "Di fatto, pur senza ospiti, dobbiamo continuare a sostenere le spese fisse - ha concluso Giannelli -. Ad oggi ho già avvisato i miei dipendenti stagionali, cuoca, aiuto cuoca, giardinieri e addetti pulizie, che se non cambierà in fretta la situazione non potrò garantire loro il lavoro".
 

Fiere e manifestazioni rinviate

Tante sono le kermesse del settore che hanno dovuto spostare le date a causa dell'epidemai di Covid-19. Tra le ultime rinviate vi è il Vinitaly che si terrà dal 14 al 17 giugno 2020, mentre con Prowein l'appuntamento è stato posticipato all'anno prossimo: dal 21 al 23 marzo 2021.
Non si sa ancora quando si terranno le Giornate fitopatologiche 2020, dapprima previste dal 3 al 6 marzo. La 52° edizione di Agriumbria è stata rinviata al 18-20 settembre 2020. Al momento è ancora in programma dal 5 al 7 maggio 2020 Macfrut di Rimini, mentre Mostra agricoltura Faenza (Maf) e MoMeVi si spostano in aprile: dal 24 al 26. Posticipa ad aprile anche la Fiera nazionale della meccanizzazione agricola di Savigliano che si terrà da giovedì 16 a domenica 19.
 

Export, oltre il danno la beffa

Uno dei settori che ha più risentito delle conseguenze del coronavirus è l'export agroalimentare, anche a causa della disinformazione. Ed è proprio contro quest'ultima e contro "gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale" che Coldiretti ha lanciato la prima campagna #MangiaItaliano in Italia e all'estero. L'obiettivo, ha sottolineato il presidente dell'organizzazione agricola Ettore Prandini in occasione dell'incontro del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con le parti sociali, è quello di "salvare la reputazione del made in Italy, difendere il territorio, l'economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza, del paese, quella enogastronomica".

La ministra Bellanova nel corso della presentazione del Piano straordinario 2020 per la promozione del made in Italy alla Farnesina ha dichiarato: "La nostra posizione di leader mondiali nell'agroalimentare e nel cibo non può e non deve essere fermata. Dobbiamo essere tutti uniti in questo passaggio particolarmente critico, raddoppiare gli sforzi per rilanciare il nostro paese e ristabilire l'immagine stessa dell'Italia agli occhi del mondo; ed è fin troppo evidente quanto siano cruciali i rapporti con l'estero e le esportazioni come leva fondamentale del nostro rilancio. Quanto sta accadendo in questi giorni evidenzia come la produzione agricola e alimentare italiana, componenti strategiche del made in Italy, non possano restare vittima di fenomeni e circostanze esterne al settore".
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