"Il 2019 è stato un anno disastroso per il riso dal punto di vista climatico e proprio l'andamento della stagione ha messo in evidenza l'inadeguatezza dei contratti assicurativi sottoscritti".

A scriverci è un'azienda agricola della Lomellina, nel pavese, preoccupata per la stagione a venire. "È piovuto moltissimo e ininterrottamente nel periodo della raccolta lo scorso anno - continua la mail - tanto da ritardare l'accesso ai campi per la trebbiatura. Abbiamo inoltre subito danni per eccesso di vento. Nonostante fossimo assicurati per le due avversità, l'assicurazione non ha risposto. Il punto è che eravamo coperti sì ma, per eccesso d'acqua solo nel periodo della semina e della germinazione, per quanto riguarda il vento invece la copertura terminava il 30 settembre".

Ecco l'esperienza dell'azienda, non dissimile da quella di altre nella zona. Noi di AgroNotizie ci siamo mossi per capire qualche cosa di più rispetto al perché, pur avendo stipulato una polizza assicurativa, le coperture non fossero efficaci nel momento in cui ciò sarebbe servito.
Ci siamo rivolti a due consorzi di difesa che hanno sede in zone dove si coltiva riso: Condifesa Vercelli 2 e Condifesa Bologna e Ferrara (consorzio che ha valenza nazionale).

"Non tutte le compagnie assicurative lavorano sul riso - ci ha chiarito subito il direttore di Condifesa BoFe, Guido Graziani, che gestisce le assicurazioni nella sua zona per 6.200 ettari di riso - noi in generale stipuliamo polizze collettive con 23 compagnie, di queste solo 14 trattano il riso. È una coltura molto particolare. Le condizioni e clausole delle polizze possono variare, ma le differenze non sono eclatanti".

Condifesa Vercelli 2 invece lavora con 22 compagnie assicurative e tutte trattano la coltura riso, d'altra parte la provincia si caratterizza per la produzione di riso. Nel 2019 gli ettari coltivati a Vercelli erano quasi 68mila, con 917 risicoltori in attività. "Gran parte dei rischi, che siano agevolati o non agevolati, riguardano eventi meccanici che compromettano la resa della pianta" ha detto ad AgroNotizie Riccardo Garrione, presidente di Condifesa Vercelli 2. "Le garanzie inserite nei contratti devono essere attentamente lette. Appoggiandosi a un consorzio di difesa si ha il vantaggio che il consorzio vaglia le compagnie e le polizze non solo dal punto di vista dei costi ma anche dal punto di vista proprio dell'attivazione delle garanzie".

Cosa può quindi essere successo rispetto alle coperture che l'azienda in questione, che preferisce non essere citata, credeva di avere e che invece non c'erano? "Il riso vive buona parte del ciclo vegetativo in acqua" ci ha spiegato Graziani di Condifesa BoFe. "È una pianta acquatica, è molto difficile dimostrare la mancata resa per eccesso d'acqua. Una delle compagnie con le quali lavoriamo prende in considerazione il danno eventuale da acqua ma si tratta di una eventualità rarissima, è il caso in cui, a causa della pioggia, il riso maturo rischia di pre-germinare. Normalmente l'eccesso idrico è contemplato solo nel periodo della semina e non in fase di raccolta. Il punto è infatti che la troppa acqua alla semina o subito dopo l'emergenza può determinare moria delle piante, di conseguenza si avrà un calo di resa rispetto all'investimento in semi per metro quadrato fatto a inizio stagione".

Cosa diversa è il mancato accesso al campo con conseguente ritardo nella raccolta, come è successo all'azienda che ci ha scritto lo scorso autunno. Riccardo Garrione di Condifesa Vercelli 2 è lapidario: "L'impossibilità di entrare in campo, ad oggi, non è risarcibile ma, come consorzi di difesa, conosciamo il problema. Non è qualcosa che riguarda solo il riso, può succedere anche per la soia per esempio. Ci stiamo lavorando, vogliamo provare a ottenere migliorie da questo punto di vista da parte delle compagnie assicurative, ma non sarà facile. Per come stanno le cose oggi, l'eccesso di pioggia deve provocare un danno meccanico alla pianta, se invece causa il fatto che non posso entrare in campo per raccogliere, ciò non è risarcibile".

Stessa spiegazione anche da parte di Condifesa BoFe: "I risicoltori della zona di Ferrara non mi hanno mai segnalato il problema, ad oggi comunque è un caso non contemplato. Sarebbe una garanzia che si potrebbe provare a fare aggiungere, ma bisogna sempre tenere presente che la contrattazione si fa in due". Le polizze collettive infatti sono oggetto di contrattazione ogni anno fra consorzi di difesa e compagnie e, per riuscire ad ottenere migliorie, è necessario che le compagnie assicurative accettino di esporsi al rischio. Ovviamente, se l'anno precedente è stato un anno difficile per la coltura, dal punto di vista delle assicurazioni, ossia hanno pagato molti risarcimenti difficilmente si esporranno a maggiori rischi.

"Dobbiamo ammettere - ha detto ancora ad AgroNotizie Graziani di Condifesa BoFe - che i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova le nostre capacità di prevedere le avversità che gli agricoltori potrebbero trovarsi ad affrontare. In ogni caso, all'aumentare delle garanzie aumenta sempre il costo. Per quanto riguarda la questione 'accesso al campo', qui a Ferrara, abbiamo un caso simile per la coltivazione del pomodoro. È un caso contemplato quando si trapianta tardivamente, può succedere che si ritardi con la raccolta e non si riesca ad entrare a raccogliere. Se l'agricoltore sa che è un rischio che può correre, acquista questa opzione per il pomodoro, ma per il riso, al momento, non c'è questa possibilità. In generale - ha continuato Graziani - la copertura assicurativa ha sempre una scadenza. Per quanto riguarda il riso, tradizionalmente le garanzie scadevano al 30 settembre, ma con le nuove varietà e i cambiamenti climatici bisogna prevedere la maturazione tardiva del riso e quindi spostare in avanti la scadenza. Abbiamo chiesto alle compagnie di posticipare la data al 15 ottobre".

La garanzia 'vento forte', come l'azienda agricola della Lomellina ha avuto modo di verificare, sul riso funziona in maniera particolare. "Per tutte le compagnie la garanzia vento scade alla maturazione cerosa. Si tratta di una cautela - ha detto ancora ad AgroNotizie Graziani - per le compagnie assicurative perché, dopo la maturazione cerosa, è molto facile che anche vento non accentuato faccia cadere il prodotto. C'è un'eccezione che è quella del vento burrascoso, cioè vento che supera i 75 chilometri orari. Con alcune compagnie abbiamo ottenuto che, in caso di vento burrascoso, la garanzia scada al 30 settembre. Quest'anno stiamo chiedendo poi di posticipare al 15 ottobre".

In termini più generali, considerato che le compagnie assicurative tendono a tutelare i loro interessi, è sempre bene leggere attentamente i contratti e comprendere esattamente in quali casi si è coperti. Per esempio, un'altra garanzia come lo 'sbalzo termico', per il riso, vale solo se la temperatura scende sotto i 13 gradi e solo se si verifica in un periodo specifico, fra il 15 luglio e il 20 agosto: in quel mese o poco più lo sbalzo potrebbe causare la sterilità nella spiga.

"Ogni anno - ci ha raccontato ancora Garrione di Condifesa Vercelli 2 - le contrattazioni fra consorzi di difesa e compagnie assicurative vanno avanti per circa due mesi, coltura per coltura (in questo periodo si sta iniziando a lavorare sulla campagna 2020 Ndr), si cerca ogni anno di ottenere di più, soprattutto per quanto riguarda scoperti, franchigie ecc, ma è sempre più difficile negli ultimi anni perché, causa cambiamenti climatici, le compagnie stesse si sono trovate a dover risarcire molto. In ogni caso, l'importante, per l'agricoltore che acquista una polizza, è capire bene cosa sta acquistando e contro quali avversità e in quali casi è coperto. Poi dovrà valutare se il costo sia o meno congruo rispetto ai rischi coperti".