L'Associazione Igp olio lucano ha presentato a Matera mercoledì 22 novembre 2017 l'istanza di riconoscimento per l'indicazione geografica protetta che in questi giorni sarà inviata al ministero per le Politiche agricole.

"Abbiamo voluto dare evidenza pubblica alla presentazione del dossier di candidatura della domanda perché giunge a conclusione del percorso intrapreso in questi ultimi due anni dagli uffici dipartimentali insieme ad Alsia e alle organizzazioni produttive del comparto per il riconoscimento del marchio Igp e del relativo disciplinare di produzione da parte del ministero delle Politiche agricole, forestali ed alimentari" ha dichiarato l'assessore alle Politiche agricole e Forestali, Luca Braia nel corso della conferenza stampa che si è svolta presso il dipartimento Politiche agricole e forestali, sede di Matera, cui hanno preso parte i rappresentanti delle Op olivicole costituenti l'Associazione Igp Olio Lucano, il dirigente generale Giovanni Oliva, i dirigenti del dipartimento Agricoltura e Alsia.

"Aggregazione, tracciabilità, identità territoriale e difesa della tipicità dell'olio extravergine di oliva lucano.
Si apre oggi un nuovo capitolo per la storia dell'agroalimentare di qualità della nostra regione con la presentazione della domanda di riconoscimento della indicazione geografica protetta Olio Lucano che l'Associazione di Organizzazioni di produttori del comparto oleario invierà insieme alla documentazione ed al disciplinare di produzione al Mipaaf
" ha sottolineato l'assessore.

Apo, Olivicola Lucana, Oprol, Assoprol, Olivicoltori lucani e Uprol sono le sei organizzazioni di produttori che rappresentano insieme oltre 11mila olivicoltori, circa 8300 ettari di uliveti e 35 trasformatori, hanno costituito l'Associazione Igp olio lucano che invia ufficialmente al Mipaaf il dossier contenente le relazioni storica, socioeconomica e tecnica e il disciplinare di produzione con le specifiche volte a delineare l'olio lucano che potrà fregiarsi di tale denominazione di qualità, rispettandone le caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche sia in fase di produzione che di trasformazione.

Il disciplinare di produzione include tutte le varietà di olivo regionali autoctone e non e la zona di produzione riguarda tutto il territorio amministrativo della Basilicata.
Dai produttori ai frantoiani ai confezionatori, il disciplinare prevede un legame ambientale e sociale con la regione per le caratteristiche che vanno a determinare proprio la qualità del prodotto e la buona reputazione dell'olio lucano sul mercato, che si fa risalire al 1988.

Il potenziale olivicolo della Basilicata è forte di cinque milioni di piante di olivo in tutto il territorio regionale, distribuite su 28mila ettari di territorio, oltre 27 varietà autoctone tra cui le più famose Ogliarola del Bradano delle Colline Materane, la Maiatica di Ferrandina e l'Ogliarola del Vulture.

Sono circa 30mila le aziende e 145 frantoi attivi e in Basilicata è presente una Dop riconosciuta per l'olio del Vulture.
La regione produce l'1,4% dell'olio di pressione italiano e per il 2017 Ismea prevede una ripresa produttiva che dovrebbe attestare la produzione complessiva a 5.000 tonnellate di olio.

L'olio extravergine di oliva ha già un marchio, frutto di un concorso di idee volto ad interpretare l'olio lucano nelle componenti storia-natura-territorio sintetizzate nel logo vincitore, del giovane designer Danilo Varriale, nell'anfora che in sé contiene le radici e l'albero di ulivo ma anche le onde dei quattro principali fiumi lucani.

"Una volta ottenuta la denominazione Igp, - ha concluso Braia - le organizzazioni di produttori potranno utilizzare il marchio "Olio lucano" per la promozione e valorizzazione del prodotto".