“Sviluppo e barriere al commercio internazionale del vino: Ue-Russia-Cina”. E' questo il titolo del convegno organizzato da Foragri, Fondo paritetico internazionale per la formazione continua in agricoltura, in collaborazione con l'Accademia dei Georgofili di Firenze che ospiterà il convegno il prossimo venerdì 1° dicembre in occasione della chiusura del 68° anno accademico dell’Accademia italiana della vite e del vino.

Le barriere “tecniche” (non tariffarie) sono sempre più utilizzate per proteggere i mercati nazionali e sono diventate oggi le più moderne forme di protezionismo. E’ anche il caso del vino che con la crescita del commercio internazionale, dominato dagli Usa (3 Mhl) seguiti dalla Cina (2,8 Mhl nel 2014) e dalla Russia (2,4 Mhl) - ha visto ridursi progressivamente le tariffe doganali a fronte, però, di una contestuale crescita delle barriere tecniche.  

Le barriere tecniche, create da politiche economiche o doganali che pongono vincoli o limitazioni alla libera circolazione delle merci per “difendere” dalla concorrenza estera uno o più settori produttivi, possono essere di tipo sanitario o riguardare l’etichettatura o aspetti esclusivamente burocratici, come ha spiegato Stefano Bianchi, presidente di Foragri, ma rappresentano una sfida importante per il sistema commerciale.
Per esportare oggi vino in Cina – sottolinea il direttore di Foragri – devono essere rispettate procedure burocratiche diverse a seconda della regione, spesso viene contestata la presenza di solfiti, ma ci si può scontrare spesso anche con il problema della disinformazione sul prodotto. Nonostante sia un mercato appetibile e molto promettente per le produzioni italiane ed europee, l’offerta di vino in Cina sta aumentando e il paese è destinato a diventare, così come è avvenuto per altri prodotti, un esportatore concorrente”.

Grande attenzione merita anche la Russia: “Fino ad alcuni anni fa – precisa Bianchi – era considerata una piazza importante per il vino italiano e anche se l’embargo verso i nostri prodotti agroalimentari non ha colpito direttamente il vino, anche questo tipo di commercio è finito per ridursi. Nella regione russa di Soci, che si affaccia sul Mar Nero, si è cominciato a produrre vino. Per riconquistare il mercato occorre un approccio sistematico e sostenuto dalla nostra politica e dalle istituzioni. Bisogna ripartire da nuove basi commerciali, per arrivare a stipulare accordi con gli operatori locali del settore vinicolo e cercare di penetrare il mercato nel modo più organizzato possibile”.
 

Il programma

Il convegno sarà aperto da Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, e proseguirà con gli interventi di Antonio Calò, presidente dell’Accademia italiana della vite e del vino, e Stefano Bianchi, presidente di Foragri, mentre nell’ambito dell’Academic Session si confronteranno Davide Gaeta dell’Università di Verona, Jean Marie Cardebat dell’Università di Bordeaux e Jon Hanf dell’Università di Geisenheim.
Nella sessione dedicata ai mercati internazionali e ai rapporti con Russia e Cina sono stati invitati a discuterne gli imprenditori: Piero Antinori, Marchesi Antinori, Lamberto Frescobaldi, Marchesi Frescobaldi, ed Enrico Abbona, Marchesi di Barolo.

Si avvicenderanno poi Silvana Ballotta, direttrice di Business Strategies–China; per la Cina l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia; per la Russia Valentina Ivanova Nikolaevna, rettore dell’Università statale di Tecnologia e di gestione delle imprese agroalimentari “K.G. Razumovskogo” di Mosca; Yemelyanovich Victoria Ivanovna di Kuban - Vino Llc di Temryuk; Roberto Bianchi, direttore di Foragri e Dorina Bianchi, sottosegretario di Stato al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Per le conclusioni sono previsti gli interventi di Giovanni La Via della Commissione agricoltura del Parlamento europeo e Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. La tavola rotonda sarà moderata da Francesco Carrassi, nuovo direttore de La Nazione.

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