Nel pomeriggio di ieri, 22 novembre 2017, - il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha comunicato che il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, con l'ordinanza 6194/2017, ha respinto la richiesta di sospendere il decreto interministeriale che introduce l'obbligo di indicazione d'origine del grano nella pasta.


Le motivazioni del Tar Lazio

Il Tribunale ha ritenuto "prevalente l'interesse pubblico volto a tutelare l'informazione dei consumatori, considerato anche l'esito delle recenti consultazioni pubbliche circa l'importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese d'origine e/o del luogo di provenienza dell'alimento e dell'ingrediente primario".

Il provvedimento firmato dai ministri per le Politiche agricole Maurizio Martina e allo Sviluppo economico Carlo Calenda entrerà così in vigore, come previsto, il 17 febbraio 2018. L'ordinanza del Tar Lazio respinge l'istanza di sospensione del decreto per l'etichettatura d'origine del grano utilizzato nella pasta, avanzata da alcuni pastifici.


Martina: ''Provvedimento da estendere a tutta la Ue''

"La decisione del Tar del Lazio – ha commentato il ministro Martina – conferma il diritto dei consumatori alla massima trasparenza delle informazioni in etichetta. Il nostro lavoro a tutela delle produzioni italiane va avanti, per valorizzare l'origine delle materie prime e rafforzare le filiere agroalimentari. Crediamo che questo provvedimento debba essere esteso a tutta l'Unione europea, perché si tratta di una scelta di equità, competitività e giustizia".


Il sondaggio del Mipaaf

Oltre l'85% degli italiani considera importante conoscere l'origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per la pasta.

È questo il dato emerso dalla consultazione pubblica online sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini e della quale il Tar Lazio ha tenuto conto nella stesura dell'ordinanza.
 

Cantele (Coldiretti Puglia): "Passo determinante verso trasparenza"

"E' coerente con la richiesta di trasparenza dei consumatori - è il commento del presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele perché attualmente un pacco di pasta su 3 prodotto in Italia è fatto con grano coltivato all'estero ed è per questo che il Decreto sull'etichettatura obbligatoria dell'origine del grano è fondamentale per creare la linea del discrimine tra chi fa spaghetti, maccheroni e orecchiette con grano pugliese e chi con grano canadese, russo o francese".

Cantele inoltre ha aggiunto: "I consumatori devono essere messi nella condizione di scegliere. Con la decisione di accelerare sull'etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta di fronte alle incertezze comunitarie si realizza un passo determinante nella direzione della trasparenza dell'informazione ai consumatori in una situazione in cui, però, un terzo della spesa degli italiani resta anonima".


Cosa prevede il decreto sull'etichettatura della pasta

Il decreto grano/pasta prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
  • paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
  • paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue.
Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: "Italia e altri Paesi UE e/o non Ue".

Le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.