Lo sviluppo della filiera della canapa e dell'agricoltura di qualità e come antidoto rispetto al duro colpo subito sul piano sanitario, ambientale e produttivo agricolo dalla provincia di Taranto a causa dell'inquinamento delle acciaierie Ilva. E' questa la proposta lanciata oggi, 22 novembre 2017, dalla Coldiretti Puglia al convegno della Cisl a Taranto sul futuro del territorio ionico pugliese.
E l'organizzazione è pronta a costituirsi parte civile nei procedimenti contro i responsabili dei danni alle imprese agricole.
 

La canapa come risposta all'inquinamento dell'Ilva

Gianni Cantele, presidente della Coldiretti Puglia ha esordito così tracciando uno dei possibili percorsi per uscire dallo stato di crisi ambientale: "Taranto può diventare il distretto della canapa del Sud Italia, fornendo una efficace risposta ambientale all'emergenza creata dall'Ilva. Dalle attività sulla canapa ed in particolare dalla selezione di nuove varietà stanno emergendo applicazioni in campo alimentare, cosmetico e nutraceutico che verosimilmente offriranno nuove possibilità di sviluppo di impresa e l'assunzione di nuovo personale.
Può essere coltivata senza alcun impiego di diserbanti e insetticidi. Ha minime esigenze di fertilizzanti e lascia nel terreno una buona dotazione di sostanza organica, rappresentata da una gran parte dell'apparato fogliare, oltre all'abbondante e profondo apparato radicale"
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Il boom della coltivazione della canapa (Cannabis sativa) in provincia di Taranto, con un aumento di più del doppio dei terreni coltivati rispetto all'anno scorso a scopo tessile, edile, cosmetico, è già una realtà.
La corsa a questa coltura è stata spinta dalle molteplici opportunità di mercato che offre: particolarmente versatile e dalla quale si ottengono dai tessuti ai materiali edili, ma anche olio, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, carta o imballaggi. Senza contare il pellet di canapa per il riscaldamento, che assicura una combustione pulita.
 

L'agricoltura di qualità in provincia di Taranto

Un altro passaggio del discorso del presidente della Coldiretti Puglia è stato sull'importanza del rilancio del settore agricolo in provincia di Taranto. Questo perchè l'agricoltura jonica, con una superficie totale di 31.657 ettari, riesce a raggiungere mediamente una Plv agricola di 470 milioni di euro anno e rappresenta una realtà economica importante per l'intera regione.

In pochi anni sono stati raggiunti importanti risultati: punte di eccellenza nei comparti dell'uva da tavola e da vino, orticolo, agrumicolo e del lattiero-caseario, l'agricoltura tarantina si è vista riconoscere l'alta qualità dei propri prodotti, legata a storia e tradizioni, ottenendo 6 Doc - Aleatico, Primitivo di Manduria, Lizzano, Martina Franca, Locorotondo, Colline Joniche Tarantine e due Igt - Tarantino e Valle d'Itria per i vini, la Dop Terre Tarentine per l'olio, l'Igp per le Clementine del Golfo di Taranto e rientrando a pieno titolo, con le sue produzioni, nella lista dei 231 prodotti agroalimentari pugliesi riconosciuti 'tradizionali' dal Mipaaf. Un valore esposto altissimo, che ha sofferto molto.
 

Dai danni alla costituzione come parte civile

Cantele, nel ripercorrere i dati sulla salute umana e sulla presenza di inquinanti talvolta rilevata nelle produzioni agricole ha poi detto: "Coldiretti non accetta che si perseveri con strategie che non tengano in dovuto conto esigenze e bisogni delle comunità interessate e si costituirà parte civile in tutti i procedimenti tesi ad accertare responsabilità in ciò che è accaduto, per tutelare le imprese agricole che, oltre ad essere coinvolte loro malgrado nella difficile vertenza ambientale che ha ferito duramente il territorio della provincia di Taranto, registrano pesanti perdite in termine di immagine e di reddito".

"Da anni stiamo ripetutamente chiedendo che venga verificato immediatamente l'effettivo stato di salute della catena alimentare - ha concluso Cantele - su cui a cicli alterni si gettano pesanti ombre, individuando e rimuovendo gli eventuali problemi laddove venissero riscontrati. E' un dovere naturale ed un impegno politico consequenziale al progetto di difesa del territorio che è espressione e culla della varietà e qualità dei prodotti agroalimentari.
Dovrà essere però garantita la massima chiarezza rispetto all'entità reale del problema, al fine di non generare allarmismi nei consumatori e danni irreversibili agli allevatori e agli agricoltori ed evitando che le criticità ambientali di un'area sostanzialmente circoscritta possano ledere l'immagine complessiva della produzione agroalimentare dell'intera provincia"
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