ll prossimo 20 novembre il Consorzio di tutela Mozzarella di bufala campana volerà in Sudafrica e sarà a Cape Town per partecipare al workshop su 'Protezione e promozione dei prodotti a Indicazione geografica', promosso dall'Ambasciata d'Italia a Pretoria, in sinergia con i ministeri dell’Economia e del Turismo sudafricani e l’Unione europea. Si discuterà con esperti internazionali delle strategie di sviluppo e promozione di Dop e Igp.

L'obiettivo dell'iniziativa è far comprendere l'importanza di acquistare prodotti europei a marchio Dop e Igp rispetto a quelli generici. Legame con il territorio di origine, tradizione, sicurezza e tracciabilità rappresentano la marcia in più sul mercato internazionale. Così si punta ad aumentare in Sudafrica il consumo di bufala campana, che già è presente in alcune grandi realtà del Paese.

Sullo sfondo di questa iniziativa c’è un prodotto che negli ultimi dieci anni è cresciuto tantissimo: grazie alla libertà di espansione degli allevamenti bufalini, non legati alla quota latte, ed ai mercati esteri che hanno incrementato del 168,7% in termini quantitativi assoluti la propria capacità di assorbire il prodotto nell’arco di due lustri.

Dal 2006 al 2016 la quota di export sulla produzione di Mozzarella di bufala campana Dop è più che raddoppiata, passando dal 15,6% al 32,1% della produzione in volumi.

Nello stesso periodo la produzione di bufala campana è aumentata del 31%. E il 2017 si prefigura come l’anno del record assoluto, visto che nei primi otto mesi si è già registrato un ulteriore incremento del 7,5% di produzione rispetto al 2016. E sono anche in questo caso le esportazioni a trainare il comparto.

I nuovi dati sulla bufala campana, elaborati dal Consorzio di tutela, arrivano all’indomani dell’analisi sull’export di Coldiretti, che assegna proprio alla mozzarella Dop una delle migliori performance, in particolare in Francia.

“I numeri testimoniano che nel mondo c’è tanta voglia di mozzarella di bufala campana Dop e noi ne siamo orgogliosi”, commenta il presidente del Consorzio di tutela, Domenico Raimondo, e aggiunge: "Sono cifre che indicano un potenziale altissimo e ci spingono a impegnarci ancora di più per competere sui mercati globali. Dobbiamo vincere la sfida della logistica, che oggi assorbe valori economici che potrebbero invece essere a vantaggio dell’intera filiera".

Raimondo non perde l'occasione per ricordare il tentativo in atto di mettere mano a modifiche importanti sul disciplinare di produzione, per facilitare il processo: "Possiamo farcela con le nuove tecnologie, grazie alle quali puntiamo a cambiare le modalità di trasporto e di conservazione del prodotto, per dare valore aggiunto alla filiera".

In valore assoluto il dato sul comparto bufalino Dop è ancora più significativo: si è passati infatti dalle 5.280 tonnellate esportate nel 2006 alle 14.190 del 2016, il che vuol dire +168,7%.

La Francia resta il primo paese di destinazione - il 27,63% delle mozzarelle all’estero finisce Oltralpe - seguita a ruota da Germania (23,6%) e Regno Unito (13%).
Il Giappone (3,17%) e l'Europa dell'Est fanno segnare il trend migliore, con in testa Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria (1,39% nei tre paesi).