Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano e S.Andrea: sono queste le varietà nazionali tradizionali di riso che possono vantare l'attribuzione dell'indicazione 'classico' sulle confezioni, a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale.

Lo annuncia la Coldiretti in occasione dell'appuntamento "Il riso è tutto uguale? Ma che riso è?" organizzato con la Coutenza canali Cavour, la Società geografica italiana e l'Anbi nell'ambito del 150° anniversario del Canale Cavour anche per imparare a riconoscerne le diverse varietà e l'utilizzo in cucina con l'arrivo dei sommelier del riso che è il cereale più consumato nel mondo.
 
Queste varietà vengono infatti commercializzate in Italia miscelate anche ad altre appartenenti alla stessa classe merceologica, basata sulla lunghezza e larghezza, per ragioni di mercato industriale e risultava quindi fino ad ora non facile poter ottenere una confezione in purezza con solo riso Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano o S.Andrea.

Si aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 e i consumatori, sottolinea la Coldiretti, avranno finalmente l'opportunità di scegliere la qualità e la tipicità delle varietà più tradizionali in purezza a sostegno delle coltivazioni nazionali messe sotto assedio dalle importazioni incontrollate con la pubblicazione in Gazzetta della nuova riforma del mercato interno del riso che prevede completarsi entro il 7 dicembre 2017.

Ad oggi la metà del riso importato arriva infatti dall'Asia, con un aumento del 12% delle importazioni dall'India che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania, che è diventata uno dei principali fornitori dell'Italia secondo l'analisi della Coldiretti.
 
La riforma del mercato del riso valorizza il nuovo raccolto made in Italy che è sano e di ottima qualità con una produzione nella media nei circa 230.000 ettari seminati, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-1,4%) in un mercato che continua ad essere difficile, con prezzi che persistono a rimanere sotto i costi di produzione.

L'Italia – sottolinea la Coldiretti – si conferma di gran lunga il principale produttore europeo di riso nonostante la siccità e il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo le risaie dalle quali nascono opportunità di lavoro per oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell'intera filiera.
 
Febbraio 2018 - continua la Coldiretti - sarà un altro appuntamento storico per i risicoltori e per i consumatori italiani per l'entrata in vigore del decreto interministeriale che fissa finalmente l'obbligo di etichettatura d'origine per il riso italiano.
Con l'etichetta trasparente finisce l'inganno del riso importato e spacciato per made in Italy e il consumatore sarà libero di scegliere tra la qualità, la tipicità e la sostenibilità del prodotto nazionale e quello di importazione. 
 
Un cambiamento importante per un alimento come il riso considerato dietetico che ha fatto registrare un aumento degli acquisti familiari nel primo semestre del 2017 (+1%) secondo Ismea.