Si è concluso a Roma il V Forum internazionale di Asnacodi (Associazione nazionale consorzi di difesa), focalizzato in questa edizione sul tema: "Cambiamenti climatici e variabilità dei rischi in agricoltura. Strumenti di gestione del rischio tra esperienze e innovazione".
Nel corso dei due giorni di lavori è emerso un quadro del mondo assicurativo in agricoltura tutt'altro che confortante ma che, anche grazie alle ultime evoluzioni politiche e normative, lascia ancora aperti spiragli di ottimismo per il prossimo futuro.
"Il 2018 sarà per Asnacodi l'anno zero, quello da cui partirà il rilancio" ha detto il presidente dell'associazione Albano Agabiti.
 
E' un vero e proprio rilancio quello che serve al mondo assicurativo agricolo, che nel corso degli ultimi due anni ha visto un crollo delle polizze ben superiori al 10% in termini di imprese e al 20% in termini di quantità.
Sul banco degli imputati per questa eccezionale performance negativa diversi elementi, tra i quali spicca la lentezza dei rimborsi da parte di Agea, ancora alle prese con la campagna 2015 e in affanno con quella 2016.
Dal suo canto l'Agenzia per le erogazioni, rappresentata al Forum da Federico Steidl, ha chiaramente declinato la responsabilità dei ritardi facendo presente che si trova a operare al termine di un iter che prevede l'intervento di sette diversi attori, e che il suo compito è provvedere alle erogazioni basandosi su parametri dettati dai primi sei.

Steidl ha ricordato i diversi step che debbono essere seguiti per giungere a un rimborso; una procedura niente affatto fluida e che contempla:
  • aggiornamento del Fascicolo aziendale presso il Caa o l'organismo pagatore competente;
  • predisposizione del Piano di coltivazione, che deve indicare colture produttive e non produttive; colture biologiche e colture con o senza protezione da brina e grandine. Da non dimenticare che a partire da quest'anno il piano deve essere presentato in formato grafico, il che aggiunge altre incombenze.
  • presentazione del Pai (Piano assicurativo individuale), necessario per ricevere il contributo pubblico sulle polizze assicurative. Il Pai è riferito a uno specifico prodotto/comune e riporta gli elementi necessari per la stipula della polizza, ossia la superficie da assicurare e la quantità massima assicurabile per il contributo pubblico.
  • stipula della polizza. A questo punto l'agricoltore può recarsi presso la compagnia assicurativa o presso i consorzi di difesa per scegliere le condizioni di polizza sulla base degli elementi del Pai. In questa fase dovrà anche specificare le varietà da assicurare e il relativo prezzo da decreto del Mipaaf, il tasso, il premio assicurativo e il valore assicurato. Da ricordare che le date di inizio e fine copertura della polizza devono rientrare nel periodo di conduzione dei terreni indicato nel Fascicolo aziendale e che sussiste l'obbligo di assicurare l'intera produzione del comune per evitare le sanzioni e riduzioni previste dal dm del 17 luglio 2017.
  • presentazione della domanda di sostegno. L'agricoltore deve tornare al Caa per rilasciare la domanda su Sian. In caso di utente qualificato può provvedere anche individualmente. La domanda presentata viene associata a un Pai e a una polizza.
  • la tappa successiva prevede l'ammissibilità della domanda di sostegno e il decreto di concessione, per i quali vengono eseguiti controlli su superfici, rese, prezzi, coerenza delle polizze con il Pai e la cosiddetta 'circolarizzazione'.
  • per la presentazione della domanda di pagamento, se non è un utente qualificato, l'agricoltore torna per la terza volta al Caa per rilasciare su Sian la domanda, che viene associata a una domanda di sostegno ammessa.
  • alla fine di questa versione burocratica della Via Crucis si arriva all'ammissibilità della domanda di pagamento e al relativo decreto, per i quali viene eseguito un controllo su un campione del 5%, impegno 'Intera superficie assicurata', spesa sostenuta, dati bancari, antimafia, debiti e sospensioni.

Tutto sommato non appare così imprevedibile l'eventualità che, da qualche parte, il meccanismo possa incepparsi e generare ritardi.
 
La causa dei ritardi non è comunque imputabile esclusivamente alle caratteristiche strutturali del sistema. Nel 2015, infatti, con il passaggio delle risorse dal I al II pilastro Pac, gli uffici preposti si sono trovati a dover gestire il fisiologico caos derivato dal cambiamento, aggravato dal fatto che il software gestionale è stato approvato solo alla fine dell'anno.
 
Tutti gli elementi critici del passato e attuali sono stati chiaramente illustrati da Emilio Gatto, Giuseppe Blasi e Ferdinando Ferrara del Mipaaf, e sottoscritti da tutte le associazioni degli agricoltori, che hanno anche riconosciuto come negli ultimi due anni il Mipaaf e tutti gli altri attori interessati abbiano lavorato per risolvere i problemi; un lavoro che, a detta dei rappresentanti del ministero dell'Agricoltura, dovrebbe aver risolto completamente le criticità del 2015 e sostanzialmente quelle del 2016.

In effetti gli interventi già fatti o annunciati come prossimi non sono pochi: è stato emanato l'avviso pubblico 'Vegetali 2016' (con circa 100mila Pai allineati) e il Paan 2018, il cui aggiornamento automatico è previsto nel decreto Omnibus; entro la fine di novembre 2017 si prevede l'emanazione dell'avviso pubblico 'Manifestazione di interesse', del "decreto Prezzi" e del "decreto Rese" per la campagna 2018, propedeutici all'apertura del Pai; entro la fine dell'anno dovrebbero essere emanati gli avvisi pubblici 'Zootecnia 2015' e 'Zootecnia 2016', nonché si dovrebbe giungere a definire le procedure per i fondi nazionali, con il relativo trasferimento di risorse ad Agea. Entro la fine di gennaio 2018 dovrebbe essere emanato l'avviso pubblico "Vegetali e zootecnia 2017" e, infine, viene definita "prossima" l'attivazione delle sottomisure 17.2 e 17.3.

In sostanza: si prevede di recuperare i ritardi accumulati entro Natale e iniziare il 2018 con pagamenti sempre più celeri, sino a portare in breve tempo il sistema a regime. Se le previsioni fossero rispettate, verrebbe eliminata una delle principali zavorre del sistema assicurativo agricolo, con enorme soddisfazione comune e, in particolare, dei consorzi di difesa che nell'ultimo biennio hanno tenuto in piedi il sistema con anticipazioni proprie, e ora si trovano esposti con le banche per oltre 600 milioni di euro.
Basterà la nuova efficienza a restituire agli agricoltori la perduta fiducia verso gli strumenti assicurativi di gestione del rischio? Difficile dirlo, ma si può comunque essere ottimisti grazie anche al decreto Omnibus, in approvazione a Bruxelles, che introduce altri incentivi, a partire dall'innalzamento del contributo pubblico dal 65 al 70% e il contemporaneo abbassamento dal 30 al 20% del danno per le polizze ammesse ad agevolazione.
 
"I consorzi di difesa si preparano alla campagna assicurativa 2018 con polizze sempre più mirate e attivando sistemi tecnologici sempre più sofisticati" ha concluso Agabiti. "Grazie alle novità del decreto Omnibus, la prossima campagna potrà intercettare la crescente sensibilità degli agricoltori circa le possibilità di assicurarsi".