I nuovi focolai di Xyella fastidiosa, individuati nello scorso mese di settembre 2017 nella zona tampone tra i comuni brindisini di Ostuni, Cisternino e Ceglie Messapica sono più gravi del previsto; sono state rinvenute altre 12 piante infette, mediante ordinario monitoraggio ed analizzando gli alberi nel raggio di 100 metri da quelli originariamente trovati infetti.

Regione Puglia, verosimilmente, potrebbe trovarsi costretta a far avanzare la zona tampone – quella dove si applicano le misure di contenimento più dure - di altri 10 chilometri a Nord del ritrovamento più settentrionale, posto in agro di Cisternino, fino a lambire la provincia di Bari, in agro del comune di Locorotondo.
Lo riferisce il pool di agronomi esperti del sito web infoxylella.it sul profilo Facebook, sulla base dei rilievi cartografici e delle analisi pubblicate dall'Agenzia regionale irrigazione e foreste della Regione Puglia sul sito web www.emergenzaxylella.it

Proprio in queste ore è arrivata la notizia sul diritto di tornare a impiantare olivi, a patto che siano resistenti all’infezione del batterio da quarantena, segnatamente quelli delle cultivar Leccino ed F – 17 (Favolosa), mediante la modifica dell’articolo 5 della Decisione di esecuzione 789/2015 della Commissione sul contenimento della Xylella.

Intanto in Puglia è viva l’attesa per il pronunciamento del Comitato fitosanitario permanente in seno alla Commissione europea, che tra oggi e domani, dovrà decidere definitivamente se accordare o meno agli olivicoltori della zona infetta da Xylella fastidiosa - posta tra Lecce, Taranto e Brindisi.

"Dall’aggiornamento delle mappe sul portale delle Regione Puglia emergenza Xyella e dalla pubblicazione dei relativi certificati di analisi Selge si delinea una situazione ben più grave dei due focolai puntiformi segnalati meno di un mese fa (il 25 settembre) in zona tampone" scrivono sul profilo Facebook gli autori del sito di informazione infoxylella.it, composto da un pool di agronomi impegnati nei monitoraggi.

"Sono 14 le nuove piante risultate infette – 12 in agro di Ostuni, 1 a Cisternino ed 1 a Ceglie Messapica – di cui 13 in zona tampone, derivanti sia dal controllo delle piante nei 100 metri introno ai predetti focolai che nel corso del normale monitoraggio" si sottolinea nella nota di Infoxylella.

A destare maggiore preoccupazione è la distribuzione delle piante ed in particolare il focolaio più grande di Ostuni che presenta "Piante sintomatiche infette da cui sembrerebbe poter essere derivato (a meno di 500 metri di distanza) il primo focolaio apparentemente puntiforme ritrovato precedentemente a Casalini di Cisternino" scrive ancora Infoxylella.
E ancora ricorda: "Si tratta inoltre, fino ad ora, delle piante infette individuate a maggiore altitudine, oltre i 300 metri sul livello del mare".

Cosa dovrebbe ora comportare l’aggravarsi della condizione dei due focolai è presto detto: "Come previsto dalla Decisione di esecuzione 789/2015 della Commissione Ue all’articolo 4, comma 3, la Regione Puglia dovrà procedere a ridefinire le zone demarcate estendendo fino ad almeno 10 km dalle ultime piante infette la zona cuscinetto o tampone – sostiene Infoxylella - Per la prima volta l’abbattimento di tutte le specie ospiti nei 100 metri dalle infette indipendentemente dalle analisi sconfinerà nella provincia di Bari, interessando una parte dell’agro di Locorotondo".