La Politica agricola comune è stata al centro del dibattito che si è tenuto a Catania il 13 ottobre 2017, in occasione delle celebrazioni del quarantennale della Confederazione degli agricoltori italiani, alla presenza del presidente nazionale Dino Scanavino e Pino Cornacchia, del dipartimento Sviluppo agroalimentare.

“Ci ritroviamo in Sicilia, da dove allora è partito un grande impulso per la formazione della nuova confcoltivatori – ha ricordato il presidente Scanavino – nata nel 1977 dall'unificazione tra Uci, Alleanza contadini e federmezzadri”.

“Abbiamo voluto con forza porre il problema della Politica agricola comune, che rappresenta il 30% del reddito degli agricoltori, ha esordito Giuseppe Di Silvestro, presidente Cia Sicilia orientale, in apertura dei lavori. “Un elemento fondamentale di sopravvivenza delle aziende agricole”, ha aggiunto Graziano Scardino, direttore della Cia So. A moderare il dibattito, Giosuè Catania, vicepresidente vicario Cia So. “Ci sono delle criticità che vanno superate – ha detto – come Cia daremo il nostro contributo per ridefinire una nuova Pac per il futuro”.

“Rappresentare oggi gli agricoltori – ha sottolineato il presidente Dino Scanavinoè complesso perché le logiche della globalizzazione tendono a prevalere sulla qualità, in un territorio difficile come quello italiano, dove ci sono infrastrutture adeguate a un’agricoltura moderna”.

“Non si può prescindere da una riflessione politica su come sia stata finora penalizzata la Sicilia
–  ha commentato Rosa Giovanna Castagna, presidente Cia Sicilia –. Non possiamo confrontarci con un mercato internazionale se non attraverso le nostre specificità”.

"Serve una Pac – ha aggiunto Cataniache guardi a un maggiore reddito per il produttore agricolo, a un rafforzamento delle filiere con l’aggregazione del prodotto, a un mercato che sia rispettoso delle identità territoriali”.

Ad entrare nel dettaglio della Pac sono stati il direttore Graziano Scardino e Pino Cornacchia.

“Prima esigenza è la semplificazione - ha illustrato Scardino - c’è una oggettiva difficoltà di accesso sia ai contributi e pagamenti diretti del primo pilastro che al Psr - il secondo pilastro - molti agricoltori vantano crediti da una pubblica amministrazione che è inefficiente". Altra nota dolente per Scardino sono "I contributi Pac sono ancora commisurati a valori di natura storica che si riferiscono agli anni 1999-2001, quando gli  assetti aziendali erano profondamente diversi da quelli attuali".

Senza contare il greening, che secondo Scardino "Vissuto così, non è utile né per l’ambiente né per l’agricoltore". 
E, infine, la questione Agea, "Ovvero un carrozzone che non è più sostenibile, che riesce a distruggere le imprese agricole" ha concluso.

Sono intervenuti gli europarlamentari Giovanni La Via, già presidente commissione Ambiente Parlamento europeo e Michela Giuffrida, componente commissione Agricoltura Parlamento europeo. “Si è concluso il trilogo del regolamento Omnibus che contiene delle novità importanti – ha spiegato Giuffrida –. Il commissario europeo consegnerà a novembre le linee di azione della Pac, ma dubito che si possa arrivare in tempo alla revisione per questa legislatura”.