La siccità di quest'anno, in Toscana, stende le sue dita dannose anche sull'olivicoltura.

Una produzione simbolo della regione con 4 Dop riconosciute e l'Igp Olio Toscano, che da sola e con le sole esportazioni, muove un mercato di oltre 600 milioni di euro, come ricorda la Coldiretti regionale.

La raccolta non è ancora iniziata, ma le previsioni e le stime fatte in campo indicano secche perdite di produzione per quest'annata 2017.

La causa principale delle perdite è stata la carenza idrica primaverile, iniziata già a aprile, e che ha compresso l'allegagione. Poi il continuare della siccità ha aggravato la situazione, facendo continuare una cascola dei frutti e lasciando le piante con poche olive o nessuna.

Perdite quantificate tra il 50% e il 60% della produzione media, con punte che, secondo Confagricoltura, potranno arrivare al 70-80% nelle zone collinari della Toscana centrale, non toccate nemmeno dalle piogge di metà agosto.

I maggiori danni sono registrati soprattutto sulle cultivar Leccino e Moraiolo, mentre la varietà Frantoio, o Frantoaino, ha retto meglio la mancanza d'acqua.

Secondo le previsioni comunque, almeno la qualità dell'olio dovrebbe essere buona, visto soprattutto il buono stato delle olive.

La mosca olearia, infatti praticamente non ha fatto danni, ostacolata dalle alte temperature e dalla siccità che ha reso le olive molto asciutte e poco appetite dal parassita.

Altra incognita sarà la resa al frantoio delle olive, cioè la quantità di olio estratta per quintale di olive, un dato che costituisce una voce di spesa non indifferente per gli olivicoltori.

In generale olive asciutte dovrebbero aumentare la loro resa, dal momento che contengono meno acqua, ma le piogge di fine settembre, potrebbero far aumentare il contenuto d'acqua dei frutti, riportando le rese ai valori medi ordinari.

Speriamo di no.