La notizie che viene dalla Regione Puglia sui 60 milioni di metri cubi d’acqua risparmiati proprio nel 2017, nell’anno della siccità più dura degli ultimi 50 o 100 anni, mette in luce la necessità di ridiscutere l’approccio all’acqua in tutto il Mezzogiorno continentale.
A partire dalla Campania che insieme al Molise ed alla Basilicata funge da serbatoio naturale per la Puglia.
Da rinegoziare, tra Campania, Basilicata e Puglia, ci sono complessivamente almeno di 242,9 milioni di metri cubi d’acqua tra le sorgenti del Sele e dei suoi affluenti e la diga di Conza della Campania, e senza contare l'invaso di San Pietro.

Non a caso in Campania le articolazioni regionali di Cia e Coldiretti, nelle settimane della grande siccità, avevano presentato proposte per massimizzare l’utilizzo dei bacini esistenti e potenziarli. E due sono in condominio proprio con la Puglia: l’invaso di Conza della Campania in provincia di Avellino e quello di San Pietro, un’opera costruita a cavallo tra Campania, Basilicata e Puglia.

La costante delle proposte delle due organizzazioni agricole è evitare che bacini importanti restino inutilizzati ai fini irrigui. E allo stesso tempo hanno posto l'efasi sulla necessità di por mano ad investimenti volti alla trasformazione delle reti irrigue per ottenere il massimo risparmio possibile di risorsa. La Cia aveva anche indicato da dove prendere le risorse: 100 milioni di euro dai Piani di azione e coesione.
 

Lago di Conza della Campania

Attualmente gestito in fase di gestione irrigua "sperimentale" dall'Ente per l'irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia, è frutto dello sbarramento del fiume Ofanto in una zona della provincia di Avellino a confine fra le tre regioni. Lungo la linea di massimo invaso misura una capacità di 63 milioni di metri cubi d'acqua.
Il deflusso medio annuo alla sezione di sbarramento è pari a circa 99 milioni di metri cubi anno. L'invaso è destinato ad uso plurimo, irriguo e potabile: solo quest'ultimo è destinato ad assorbire non meno di 31 milioni di metri cubi l'anno, un terzo del deflusso, in favore dell'Acquedotto pugliese che a Conza ha costruito un potabilizzatore.

Per quanto riguarda l'uso irriguo, circa 40 milioni di metri cubi sono erogati annualmente dalla diga e, rilasciati in alveo, vengono derivati più a valle alla Traversa di S. Venere, dove poi sono vettoriati, attraverso l'adduttore Alto Barese, verso le dighe del Locone e di Marana Capacciotti, servendo un comprensorio di 27.600 ettari appartenenti ai Consorzi di bonifica di Vulture Alto Bradano e Terre d'Apulia (in destra Ofanto) e Capitanata (in sinistra Ofanto).
 

Lago di San Pietro

Il lago di San Pietro è un invaso artificiale della capacità di 14 milioni di metri cubi di acqua. E' stato realizzato a cavallo tra gli Anni '50 e '60 sbarrando il corso del torrente Osento, affluente sinistro del fiume Ofanto, con una grande diga in terra realizzata dal Consorzio per la bonifica della Capitanata.
L'invaso di San Pietro fa parte dello schema "Ofanto", un complesso sistema idrico che interessa i territori delle Regioni Campania, Basilicata e Puglia. Anche in questo caso maggiori derivazioni per la Campania sono attingibili solo aumentando l'efficienza della gestione o rivedendo gli accordi con Puglia e Basilicata.