Sei un agricoltore o un produttore enogastronomico che vorrebbe portare i propri prodotti all'estero ma non sa da dove cominciare? La soluzione potrebbe essere nel nuovo libro "Marketing dei prodotti enogastronomici all'estero", pubblicato da Edizioni Lswr e presentato a Roma presso la sede della Cia, che si propone come vero e proprio vademecum per le piccole e medie aziende che desiderino approcciare i mercati esteri.

A parte un breve saluto di Dino Scanavino, presidente della Cia, la presentazione è stata un appuntamento tutto al femminile con le tre autrici Slawka G. Scarso, Luciana Squadrilli e Rita Lauretti, il direttore nazionale della Confederazione Rossana Zambelli e il direttore dello Ied di Roma e fondatore di Food confidential Nerina Di Nunzio, che ha moderato la discussione.

"L'intento del volume - ha commentato il direttore nazionale della Cia Rossana Zambelli - è perfettamente in linea con la filosofia del nostro Piano di promozione internazionale per le imprese agricole associate, ideato in partnership con Ice, Gambero Rosso International, Centro studi anticontraffazione e Studio Valdani e Vicari. L'export agroalimentare tricolore ha raggiunto nel 2016 il record di 38 miliardi di euro, ma il potenziale è pari quasi al doppio della cifra. L'Italia esporta sulle tavole dei consumatori internazionali meno di 200 prodotti a fronte dei 5.847 tra denominazioni e cibi tradizionali. Prodotti non così noti come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, ma che rappresentano le tante eccellenze dei territori e meritano di essere conosciute sui mercati stranieri".

Il volume è senz'altro ricco di contenuti, che spaziano dal come trovare buyer e importatori e affrontare il processo di selezione dei prodotti agroalimentari, ma anche come partecipare a fiere, eventi, concorsi e gestire i delicati aspetti logistici, dalle spedizioni agli sdoganamenti. Si tratta in sostanza di una vera e propria guida, farcita di suggerimenti pratici, per fornire alle aziende made in Italy consigli e strumenti strategici per affacciarsi sui mercati stranieri sena ricorrere ai grandi servizi internazionali di marketing.

Grande spazio viene riservato alla figura dell'export manager che porta le eccellenze enogastronomiche made in Italy all'estero, con un'attenzione particolare alle produzioni artigianali, di nicchia, e commercializzate dalle Pmi.

"Export non è solo portare i prodotti all'estero, ma anche usare strumenti come Amazon", ha detto la Zambelli, e infatti centrale nel libro è anche il ruolo della comunicazione e dei social, in un mondo globalizzato dove le informazioni sul web si muovono sempre più velocemente.

"Il potenziale del nostro export non può e non deve esaurirsi con le produzioni di punta che già hanno fatto breccia sui mercati stranieri, ma deve espandersi a tutta quella produzione di buona e ottima qualità che ancora stenta a superare i confini nazionali", ha dichiarato Scanavino, sostenendo che in questa fase espansiva anche il vituperato fenomeno dell'italian sounding potrebbe giocare a nostro favore.
"Il Parmesan negli Usa ci dice che gli americani vogliono mangiare Parmigiano" ha spiegato il presidente di Cia. "Portiamoglielo. Dopo aver fatto un confronto tra i due prodotti sceglieranno il Parmigiano".