La Campania che, secondo Assoenologi, è l’unica regione con una vendemmia in positivo sul 2016 (+5%) vede una diminuzione della produzione nell’area Doc del Vesuvio (-15%) che sarà però compensata da una qualità eccellente, dovuta ad una raccolta delle uve in netto anticipo.

Il Consorzio tutela vini del Vesuvio in una nota sostiene: "La vendemmia entrerà nel suo cuore nel corso di queste due prime settimane di settembre, facendo registrare un anticipo di circa venti giorni. Dalle prime raccolte si registra un calo quantitativo che si aggira intorno al 15% del prodotto rispetto alla vendemmia dell'anno scorso".

Un calo che si presenta praticamente uniforme nelle varie località che rientrano nei confini del disciplinare di produzione. Così come è praticamente plasmato in modo quasi uniforme su tutte le varietà di uve coltivate. Si tratta di una riduzione dovuta all'andamento climatico di una stagione agricola che si segnala senza precedenti per quel che concerne soprattutto la carenza delle piogge.

"Un lungo periodo di siccità combinato anche con straordinarie ondate di caldo, succedutesi nel corso dei tre mesi estivi e che hanno raggiunto l'apice nelle due settimane a cavallo tra la fine di luglio e l'inizio di agosto, quando le colonnine del termometro hanno più volte superato valori al di sopra dei 40 gradi centigradi" fanno sapere dal Consorzio di tutela.

"Il calo di produzione - dichiara Ciro Giordano, presidente del Consorzio Vesuvio - è minore rispetto a tante altre zone del Sud e della stessa Campania solo per il fatto che i vigneti del Vesuvio non hanno subito alcun danno per le gelate primaverili. Una perdita limitata anche grazie ad un'oculata gestione dei vigneti sapientemente operata dai viticoltori dell'area. A questo si aggiunge che le varietà autoctone, che costituiscono praticamente la totalità del 'Vigneto Vesuvio', hanno mostrato una naturale resistenza alle estreme condizioni climatiche".

Al calo quantitativo si affianca un livello qualitativo sanitario delle uve ottimale, considerato che i grappoli non presentano alcun problema, tranne qualche caso di leggera disidratazione, ulteriore fattore che provocherà un leggero calo quantitativo anche per quel che concerne la fruttificazione delle uve.

"L'andamento climatico e la scarsità d'acqua ha portato con se anche effetti positivi soprattutto dal punto di vista agronomico, riducendo al minimo la presenza di fitopatie: quasi assenti dappertutto peronospora e oidio" – è scritto nella nota del Consorzio.

Un fattore che si è tradotto in una consistente riduzione del numero dei trattamenti fitosanitari in vigna, con conseguente risparmio dei costi di gestione per i produttori e, soprattutto, con la disponibilità di portare in cantina uve in perfetta salute.

"Tutte le varietà più importanti, dal Piedirosso al Caprettone passando per la Falanghina, vale a dire le varietà storicamente ambientate nei nostri territori, hanno reagito benissimo alle avversità climatiche, tanto da presentarsi in condizioni ottimali - aggiunge Giordano - Ora i produttori sono alle prese con la fase più importante, considerato che mai come quest'anno sarà fondamentale individuare l'ottimale equilibrio tra l'acidità, la maturità fenolica, la concentrazione zuccherina e le altre caratteristiche da tenere in osservazione per poter stabilire il giusto momento della raccolta".

"In merito alle attese qualitative del prodotto finale siamo particolarmente fiduciosi di poter raggiungere un livello eccellente – sottolinea il presidente Giordano - considerato che le uve hanno mantenuto buoni valori di acidità e presentano un consistente contenuto di zuccheri".

Dal prossimo 1° ottobre per la Doc Vesuvio entreranno in vigore i contrassegni di Stato, la cosiddetta fascetta, per proteggere le etichette dalle possibili azioni di sofisticazioni.

E da questa vendemmia vanno anche in vigore le modifiche del disciplinare di produzione della denominazione di origine Vesuvio. Si tratta di novità che assecondano le nuove tendenze del mercato, allargando gli spazi per la produzione di bollicine e aprendo alle bottiglie monovarietali di 'Caprettone', 'Piedirosso' e 'Falanghina'.

"Tutto questo - conclude Giordano - segue lungo il solco di un'azione che mira a rafforzare il processo di valorizzazione del patrimonio ampelografico storico dell'area vesuviana. Infine, la possibilità delle indicazioni 'Passito' e 'Superiore' per il 'Lacryma Christi bianco' e le indicazioni 'Superiore' e 'Riserva' per il 'Lacryma Christi rosso'. Con queste nuove importanti opportunità il 'Vigneto Vesuvio' guarda con maggiore fiducia al futuro”.