E' difficile la situazione dell'agricoltura in Umbria, colpita non solo dal terremoto, in alcune parti, ma soprattutto da siccità, danni da animali selvatici e inconcepibili ritardi burocratici.

Iniziando proprio dai ritardi nella burocrazia, Cia e Confagricoltura Umbria hanno chiesto alla regione l’immediato pagamento dei contributi del benessere animale e delle misure indennità compensativa, biologico e integrato del 2015.

Le aziende agricole e zootecniche dell’Umbria temono infatti che la comunicazione della firma dei decreti di pagamenti, resa nota da Agea nei giorni scorsi, sia solo l’ennesimo effetto annuncio.

Dopo due anni dalla presentazione delle domande iniziali 2015 e dalle conferme degli impegni è stato liquidato, infatti solo un acconto relativo all’annualità 2016, esclusivamente perché il terremoto che ha duramente colpito l’Umbria ha consentito una deroga nelle procedure.

Un ritardo che secondo Cia Umbria e Confagricoltura Umbria può avere effetti gravi sui bilanci delle imprese agricole e zootecniche e sulla loro tenuta finanziaria.

Soprattutto ora, in un momento di particolare criticità con produzioni di importanti eccellenze regionali come olio, legumi e cereali fortemente compromesse dalla siccità e con i prezzi di mercato che non consentono di coprire i costi di produzione, ritardi di oltre due anni e mezzo nella riscossione dei premi, mettono in ginocchio numerose aziende. Alcune rischiano di cessare l'attività definitivamente.

Una situazione, come detto, aggravata anche dall'emergenza ungulati, che in Umbria è fuori controllo.

Come denunciano da Cia e Confagricoltura, si sta assistendo a devastazioni da parte di branchi di cinghiali di interi territori regionali: dal Parco del Monte Cucco a Colfiorito, dall’Alto Chiascio al Monte Peglia, dal Trasimeno all’Alto Tevere dove negli ultimi tre anni sono stati arrecati gravi danni quantità ingenti di cereali, legumi, ortive e uva.

Ma i danni da selvatici non si fermano alle coltivazioni. Gli allevamenti estensivi subiscono infatti gli attacchi dei lupi, attacchi che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dell’allevamento di montagna.

Le due associazioni chiedono ora piani immediati e adeguati di contenimento e prevenzione della specie cinghiale e il riconoscimento dei danni alle colture ed agli allevamenti, superando gli inspiegabili e dannosi ostacoli burocratici che impediscono la liquidazione dei risarcimenti dei danni dovuti per gli anni 2014 e successivi.

Cia e Confagricoltura chiedono alle istituzioni, ministero e regione, meno proclami e più operatività per rispondere ai reali bisogni degli agricoltori e una maggiore celerità e impegno per rendere efficaci le misure di un Psr che vanta complessivamente 877 milioni di euro.