Il consumatore ha per le produzioni biologiche una percezione di “naturalità” che non sempre corrisponde alla realtà.

Caldo e siccità continuano a creare difficoltà e per alcune coltivazioni si sommano alle conseguenze delle gelate tardive di primavera.

Il caldo frena la produzione di latte, ma in compenso c'è chi va in aiuto degli allevatori aumentando i prezzi.

Annata difficile per l'olio che dovrà vedersela con i cali produttivi e con la lotta alla Xylella e con le incertezze che ancora pesano sulle misure da adottare.

Non va meglio in Veneto ed Emilia-Romagna, che devono fare i conti con la cimice asiatica.

Proseguono le discussioni sulla applicazione del Ceta per i commerci fra Ue e Canada. Si vogliono proteggere più Dop. Intanto nel mirino delle frodi finisce il prosciutto San Daniele.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati su quotidiani e periodici in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Non c'è bio senza chimica

Fra i molti temi che i quotidiani hanno affrontato in questi giorni, uno mi ha colpito più di altri.
E' firmato da Antonio Pascale ed è pubblicato da “Il Foglio” del 2 agosto. Si spiega, con linguaggio semplice e a tratti ironico, la percezione distorta che si ha sui prodotti che possono fregiarsi dell'appellativo di biologico.

Si parte dalla descrizione di un generico agrofarmaco dai molti effetti collaterali e potenzialmente pericolosi, per scoprire, ma solo alla fine dell'articolo, che è uno dei tanti prodotti ammessi per le produzioni biologiche. Il titolo dell'articolo non lascia dubbi: “Per fare il bio serve tanta chimica”. A mio parere merita una lettura.


Campi assetati

Ma sono molti altri gli argomenti sotto i riflettori dei media, a iniziare dal clima, che con l'assenza di piogge e le alte temperature, sta creando danni a molte colture. Il “Gazzettino” del 27 luglio fa una prima stima delle perdite, valutate 170 milioni di euro nel solo Veneto.
Peggio ancora, se possibile, nelle aree del Sud e il “Quotidiano di Puglia” del 2 agosto parla di 250 milioni di danni, motivo che dovrebbe dare la spinta alla costruzione di nuovi invasi per impedire il ripetersi di situazioni analoghe in futuro.

Il quotidiano cremonese “La Provincia” del 30 luglio prende in esame le conseguenze sulla coltivazione di mais, che sta subendo cali fra il 15 e il 20%.

La mancanza di piogge si fa sentire anche in quota e sulle Alpi lombarde scarseggiano pascoli e fieno, come denuncia “Il Giorno” del primo agosto.

Ancora il primo agosto si apprende da "Repubblica" che l'effetto combinato delle gelate tardive in primavera e ora del gran caldo, stanno creando qualche preoccupazione fra i viticoltori della Valtellina e della Franciacorta.

Le alte temperature si fanno sentire anche nelle stalle e per le vacche si traducono in una caduta della produzione di latte. Così Granarolo, big della cooperazione lattiero casearia, decide di sostenere gli allevatori,  aumentando a 39,5 centesimi di euro il prezzo del latte conferito fra luglio e settembre. I dettagli si possono leggere su “Repubblica” del 3 agosto.
 

Male le mele

Gli effetti del clima, gelo prima e caldo poi, si fanno sentire sulla produzione di mele e nel comasco, come scrive “La Provincia di Como” del 29 luglio, ci si prepara ad un calo produttivo di circa il 40%.

Per il pomodoro la sfida non arriva dalle avversità climatiche, ma dalla concorrenza spagnola. “Il Sole 24 Ore” del 29 luglio avverte che mentre la Spagna aumenta la produzione dell'8%, in Italia si registra un calo del 5%, con effetti che non mancheranno di riflettersi sui mercati internazionali.

Bene invece le susine, scrive “Il Resto del Carlino”, la cui produzione si concentra nelle aree fra Bologna e Modena.


Olio in panne

Annata difficile per l'olio, che per colpa della siccità e delle alte temperature si avvia a concludere la stagione produttiva con un calo che “Repubblica” stima intorno al 50%.
Lo conferma “Il Sole 24 Ore” con previsioni persino più pessimistiche, indicando nel 62% il calo produttivo, dovuto non solo agli effetti del clima, ma anche come conseguenza degli attacchi di Xylella.

Non va meglio in Toscana, informa “La Nazione” del 3 agosto, dove la produzione di olio è già prevista al ribasso e anche per il miele si temono conseguenze negative a causa delle alte temperature e della siccità.

 

Xylella, arrivano le multe

A proposito della Xylella, la “Gazzetta del Mezzogiorno” del primo agosto avverte che sono partite le prime multe per chi non ha adottato le “buone pratiche” previste per fronteggiare la malattia.

Nel frattempo continua l'altalena fra le risposte della magistratura ai ricorsi di quanti si oppongono all'abbattimento delle piante. Il “Quotidiano del Sud” del 30 luglio spiega che mentre a Lecce il Tar dà torto ai proprietari, da Bari arriva una sospensione ai tagli.
 

Attenti alla cimice

Nel piacentino i problemi arrivano dalla presenza della cimice asiatica, come denuncia “Libertà” del 30 luglio.
Dalle pagine del “Gazzettino” del 29 luglio si apprende che in Veneto, e soprattutto nel trevigiano, la cimice ha colpito le pesche e la produzione è compromessa per il 70%.
 

Dal "Palazzo"

Continua l'attività di contrasto al caporalato e della pagine di “Avvenire” del 2 agosto Rosario Rasizza, della Associazione delle agenzie per il lavoro, sollecita azioni penali nei confronti sia dei titolari delle aziende coinvolte, sia degli intermediari.

Italia Oggi” del primo agosto si occupa della riassegnazione dei fondi Ue per la promozione del vino e ancora su “Italia Oggi”, del 2 agosto in questo caso, si possono leggere le istruzioni dettate da Agea per la dichiarazione di giacenza di vini e mosti.

Il Sole 24 Ore” del 29 luglio conferma che sono esonerati dall'obbligo di comunicazione delle fatture emesse e ricevute i produttori in territorio montano che rientrano nel regime speciale Iva.
 

Ceta sì e Ceta no

Proseguono le discussioni sul Ceta per gli scambi commerciali fra Ue e Canada, con “Il Mattino” del 29 luglio che lamenta come su 52 prodotti Dop realizzati al Sud, solo 4 siano compresi nel trattato, e dunque tutelati.

Ancora “Il Mattino”, del 2 agosto in questo caso, insiste sullo stesso argomento puntualizzando che l'aver dato la preferenza alle produzioni del Nord, ha per contro aiutato il mercato spagnolo dell'olio di oliva.

Ma “Il Messaggero” nello stesso giorno sostiene una tesi del tutto diversa, affermando che è in atto una campagna di mistificazione.
 

Il prosciutto con la frode

Mentre ci si preoccupa della tutela delle nostre Dop nel commercio internazionale, in casa nostra assistiamo all'ennesima frode commerciale, che questa volta ha preso di mira il prosciutto San Daniele.

Ne scrive il “Gazzettino” del 29 luglio raccontando che per la produzione si faceva ricorso ai più economici suini importati e ora ci sarà bisogno degli esami del Dna per fare completa chiarezza sulla vicenda.

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