La siccità di questa estate 2017 al Sud alla fine sarà ricordata con le due facce di una stessa moneta.
Una è quella della valutazione della richiesta di declaratoria di stato di calamità, in atto in queste ore in Basilicata, connessa alla richiesta già fatta di un tavolo al governo per valutare la calamità e i futuri investimenti per ammodernare le infrastrutture irrigue esistenti.

L’altra è la faccia di chi ha già pronta una risposta: usare la stessa acqua due volte, per due usi diversi, civile e irriguo, in maniera sistematica e secondo un piano prestabilito e già finanziato per 100 milioni di euro.
E’ il sentiero lungo il quale si è incamminata da tempo la Puglia, per battere la siccità: molto presto, la carenza idrica potrà essere controbilanciata da una razionalizzazione dei consumi totali a parità di utilità conseguita. In ogni caso la moneta è la stessa, quella della dignità di un Mezzogiorno che non si lascia piegare dagli eventi, che non si arrende e che dialoga con Roma su un piano di parità.


Coldiretti Puglia, chiedere lo stato di calamità al governo

Ma la Puglia non è terra facile, Coldiretti Puglia già stima ad oltre 143 milioni di euro i danni: "Sono disastrosi gli effetti della mancanza di acqua, associata a colpi di calore, su tutte le produzioni – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele il 29 luglio 2017 – A partire dal grano, con la produzione crollata del 50%, ortaggi in pieno caldo resi invendibili dalle scottature, costi esponenzialmente lievitati per irrigare l’uva da tavola e da vino per non rischiare di perdere il prodotto, fino all’olivicoltura, dove gli alberi sono in evidente sofferenza con la cascula delle olive e la parte vegetativa asfittica".
"Chiediamo all’assessore regionale all’Agricoltura di attivare immediatamente le procedure per chiedere al governo la declaratoria dello stato di calamità naturale".

Una richiesta di aiuto immediata, alla quale però perviene una risposta sul lungo periodo.


Puglia, contro la siccità l'acqua affinata dei nuovi depuratori

"Siamo qui per ricordare il lavoro che l’acquedotto pugliese insieme ai comuni svolge in tutta la Puglia e che sta dando risultati importantissimi in termini di pulizia delle acque marine" ha detto ieri, 1 agosto 2017, a Barletta il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo all’inaugurazione del nuovo depuratore, fresco di ristrutturazione.

"Noi stiamo riutilizzando questa acqua depurata in agricoltura e lo stiamo facendo dovunque. C’è un piano di quasi 100 milioni di euro di investimenti sull’utilizzo dell’acqua depurata in agricoltura, operazione che risolve anche la questione siccità. Questi depuratori consentiranno di avere quelle reti di distribuzione dell’acqua affinata ed il loro riutilizzo, destinando l’acqua potabile solo agli usi domestici e cittadini”.

Ancora oggi, molta dell’acqua potabile captata a questo titolo da Aqp viene poi venduta a metro cubo ai consorzi di bonifica e irrigazione, che di fatto si trovano nella scomoda posizione di intermediari tra Aqp e gli agricoltori, i quali pagano prezzi esorbitanti per la risorsa irrigua, come più volte denunciato da Coldiretti Puglia.

Non a caso, l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Filippo Caracciolo ha definito il compimento dell’ammodernamento e del potenziamento del depuratore di Barletta, costato oltre 3,7 milioni di euro, "un risultato storico".

Perché sono 180 i depuratori in Puglia, sui quali la Regione sta intervenendo o è già intervenuta, e non solo per una ristrutturazione dovuta alla necessità di adeguarli a nuove norme a tutela delle acque marine dall’inquinamento, il tutto nell'ambito dell’Accordo di programma quadro rafforzato "Settore idrico depurazione delle acque”, sottoscritto tra Regione Puglia, Autorità d'ambito Puglia e Aquedotto Pugliese il 24 aprile 2013 e finanziato dalle delibere CIPE n. 62/2011, n. 60/2012, n. 79/2012 e n. 87/2012.

"Abbiamo un elenco di oltre trenta impianti da inaugurare – ha detto ieri a Barletta l’assessore all’Urbanistica e all’assetto del territorio della Puglia, Anna Maria Curcuruto ora ci toccherà continuare a visitarli tutti in modo da mostrare l’impegno della Regione che continuerà. Sono 74 gli interventi in corso per il potenziamento, 67 quelli contro gli odori, 9 per adeguare l’allontanamento dei reflui depurati. Ovunque possibile puntiamo al recupero di acqua per usi agricoli e civili".


Basilicata, si valuta stato di calamità

In Basilicata, invece, dove l’acqua degli invasi è agli sgoccioli, oltre ad un investimento a lungo termine sulle infrastrutture irrigue lucane, l’assessore all’Agricoltura, Luca Braia ha annunciato l’avvio delle procedure per valutare l’eventualità di chiedere la dichiarazione stato di calamità e i contributi previsti per le imprese agricole sul Fondo di solidarietà nazionale.

"L'azione di monitoraggio e coordinamento, messa in campo con il presidente della Regione, Marcello Pittella, il Commissario del Consorzio di Bonifica, l’Autorità di Bacino e Eipli, ha prodotto effetti positivi che rischiano di non essere sufficienti se proseguirà ancora a lungo questo periodo di bassa piovosità" ha sottolineato Braia.

Nel richiamare tutti ad un uso il più possibile razionale dell’acqua e ricordando come il monitoraggio dei dati pluviometrici e dei livelli degli invasi sia continuo Braia ha anche annunciato: "Gli uffici dipartimentali, al fine di raccogliere le segnalazioni di danni reali e conclamati alle colture superiori al 30% della Produzione lorda vendibile aziendale causati dalla siccità, in maniera omogenea e puntuale, rendono disponibile un modello di segnalazione per le aziende agricole che consentirà di valutare la sussistenza delle condizioni e dei presupposti per inoltrare eventuale formale richiesta al ministero ai sensi del Decreto legislativo 102/2004".


Basilicata, Pittella, siamo tra regioni virtuose

"Siamo tra le Regioni più virtuose, perché mentre le altre hanno comunicato, attraverso la stampa, la volontà di richiedere lo stato di calamità senza nemmeno avere protocollato una domanda, noi non lo abbiamo nemmeno annunciato. Il motivo? Perché nonostante la grave crisi idrica, con gli invasi che si stanno prosciugando - ha spiegato ieri pomeriggio il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella - Non siamo nella condizione di poter determinare in questo momento l’ammontare del danno da calamità, così come non possiamo affermare se ancora per un mese e mezzo potremmo assicurare risorse idriche al mondo agricolo che ad oggi, pur tra mille difficoltà, non ha subito comunque gravissime conseguenze".
 
"Stiamo monitorando costantemente - ha aggiunto il presidente - il livello degli invasi e tra gli interventi messi in campo abbiamo accelerato l’iter per i lavori riguardanti la Traversa del fiume Sarmento, opera strategica e ferma da anni, per dare ulteriore acqua a Monte Cotugno. Inoltre - ha detto ancora - abbiamo fatto con l’Eipli e con il Consorzio di bonifica quanto necessario per garantire quotidianamente l’approvvigionamento idrico per bisogni, ed abbiamo mantenuto rispetto a due anni fa la stessa tabella di marcia senza ridimensionamenti, se non attraverso il nostro appello ad evitare sprechi".