La corsa del vino biologico non si ferma. Seconda una ricerca Ice-Agenzia curata dall'osservatorio di Nomisma wine monitor almeno un italiano su quattro nel 2016 ha bevuto in almeno un'occasione il vino bio (circa il 25%, rispetto al 21% del 2015). Lo testimonia pure l'andamento delle vendite, che hanno toccato complessivamente i 275 milioni di euro, con un incremento del 34% rispetto al 2015.

Il mercato italiano vale il 30% del totale del fatturato, pari a 83 milioni di euro, in aumento del 22% rispetto al 2015, ma il grande boom è la richiesta sui mercati esteri. Il giro d'affari dell'export made in Italy di vino bio nel 2016 ha toccato i 192 milioni di euro, con un balzo in avanti del 40% rispetto al 2015.
Al momento non è ancora elevata la percentuale sul totale dell'export di vino italiano, ovvero il 3,4%, ma il trend è in forte crescita, grazie in particolare alla propensione all'export di vino biologico.

Analizzando i principali mercati presidiati, l'Ue è la principale destinazione (66% a valore) e come per l'agroalimentare, la Germania rappresenta il mercato di riferimenti per i vini bio (33% sul totale del fatturato dell'export di vino bio italiano), seguito dal mercato Usa (12%).

Fra i punti di forza delle nostre aziende c'è sicuramente la qualità dei vini bio (30% degli intervistati), un marchio aziendale apprezzato (17%) e la tracciabilità del prodotto (14%), mentre i punti di debolezza sono da ricercare in particolare nelle dimensioni ridotte, la mancanza di risorse finanziarie da investire per aggredire i mercati e i vincoli doganali-tariffari.
Il vino biologico ha comunque grandi prospettive di crescita, in particolare sui mercati terzi, come quello statunitense, senza dimenticare mercati fondamentali come Germania e Uk sul mercato Ue.