Nel Mezzogiorno d’Italia i Programmi di sviluppo rurale 2014-2020 delle cinque regioni in ritardo di sviluppo si stanno muovendo e la macchina amministrativa, che sembra ormai fuori dalla fase di rodaggio, ha iniziato finalmente a macinare spesa da rendicontare a Bruxelles.

E i dati di Agea sull’andamento della spesa pubblica al 30 giugno 2017 – pari in media per le regioni in ritardo di sviluppo al 9,87% - mettono in evidenza un aumento dell’avanzamento della spesa dello 0,87% rispetto al precedente mese di maggio 2017, pur persistendo una situazione a macchia di leopardo, tra eccellenze di efficienza della spesa -è il caso della regione Calabria (14,33%) - ed evidenti situazioni di ritardo, in Campania (5,35%).

Un capitolo a parte lo descrivono Molise ( 7,87%) e Sardegna (15,83%), regioni in transizione, che con avanzamenti di spesa opposti, raccontano storie diverse sul fronte della qualità della spesa.

Il dato delle regioni in ritardo di sviluppo - Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia – è chiaro: su oltre 7 miliardi e 470 milioni di euro di budget in conto spesa pubblica (di questi 4 miliardi e 419 milioni in capo al Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) sono stati spesi e rendicontati a Bruxelles tra il 1° gennaio 2015 ed il 30 giugno 2017 circa 737,6 milioni di euro (443,7 in conto Feasr) , contro i 672,4 milioni di euro (404,2 milioni in conto Feasr) rendicontati al 31 maggio scorso. Ancora pochi, anche se, come detto, c’è il segno tangibile che la macchina si sia messa finalmente in movimento.

A questo avanzamento si contrappone l’esigenza di documentare spesa pubblica complessiva entro il 31 dicembre 2018 per ben 536,9 milioni di euro (erano 602,2 milioni di euro al 31 maggio scorso), necessari ad azzerare il rischio disimpegno automatico del Feasr, che al momento è proiettato su quella data per 324,8 milioni di euro (erano 364,3 milioni al 31 maggio scorso).


La Calabria sempre più efficiente nella spesa

"Il dato della spesa del Psr della Regione Calabria appare significativamente al di sopra della media nazionale, attestandosi al 14.33% del valore del Psr contro il 10.07% dell’Italia. Una performance di oltre il 40% maggiore della media nazionale" è scritto in una nota del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, emanato a commento dei dati Agea.

"Ancora più significativo è il dato della spesa complessiva, pari ad oltre 158 milioni di euro, che pone la regione, dopo Veneto e Sicilia, tra quelle con maggiore capacità di spesa. Questo dato appare ancora più rilevante se si pone in relazione alla spesa rendicontata nel trimestre aprile/giugno, nel quale la Calabria è la regione più performante, dopo la Sicilia (che liquidava annualità pregresse di misure a superficie), in termini di risorse spese" - aggiunge ancora la nota del dipartimento Agricoltura calabrese.

Interessante appare, anche, il dato relativo al disimpegno automatico, che verrà contabilizzato al 31 dicembre 2018. Il rischio disimpegno per l’Italia è pari al 7,42% delle somme, mentre per la Regione Calabria la somma a rischio è pari al 2,73%.
"Questo dato, se implementato con i pagamenti effettuati il 7 luglio dall’Arcea, appare oggi ancora più esiguo" - fa notare il dipartimento Agricoltura.

Una situazione, quella della Calabria, che appare migliorata anche rispetto al 31 maggio, quando già era la prima regione meridionale per avanzamento della spesa pubblica con il 13, 42% e quarta a livello nazionale in termini assoluti dopo Sicilia, Sardegna e Veneto.
 

La Sicilia insegue

Anche la Sicilia corre nella spesa del Psr: nell’ultimo anno ha messo a bando oltre 1.000 milioni di euro di quello che resta il primo Psr d’Italia - 2.212 milioni di dotazione complessiva - e i risultati si vedono.

Al 30 giugno 2017 la Regione Siciliana ha messo a segno un avanzamento della spesa pubblica del 13,67% e insegue la Calabria. La spesa rendicontabile a Bruxelles della Sicilia è pari a 302,4 milioni di euro (182,5 milioni in conto Feasr ), producendo un rischio disimpegno automatico in conto Feasr di appena 45,1 milioni di euro al 31 dicembre 2018.

Tutti numeri in miglioramento sul dato Agea al 31 maggio 2017, quando l’assessorato Agricoltura della regione Siciliana era in grado di rendicontare a Bruxelles 285 milioni di euro di spesa pubblica totale (171,9 milioni in conto Feasr) producendo un rischio disimpegno automatico in conto Feasr di 55,6 milioni di euro al 31 dicembre 2018.
Ma il solo bando sul pacchetto giovani, pur di recente emanazione, mette in gioco una somma complessiva di 235 milioni di euro, che fra 19 mesi dovrebbe verosimilmente essere stata già spesa.


Testa a testa tra Basilicata e Puglia

"Sul Psr Basilicata 2014-2020 abbiamo oltre 165 milioni di euro impegnati, pari al 24% del programma e oltre 44 milioni di euro già liquidati (6,5% di avanzamento della spesa)" - dichiarava Luca Braia, assessore lucano alle Politiche agricole durante un incontro con i giornalisti del 26 aprile scorso. E i dati Agea al 31 maggio 2017 parlavano di una Basilicata che, con 47,5 milioni di euro già liquidati, sfiorava il 7% di avanzamento della spesa.

Nel mese di giugno la spesa pubblica complessiva in Basilicata si è però portata ad appena 51 milioni, segno che l’atteso sprint non vi è stato ancora, cosa che lascia il rischio disimpegno automatico al 31 dicembre 2018 al 6,90%.
Va decisamente meglio in Puglia che al 30 giugno porta l’avanzamento della spesa al 7,81% e riesce a contenere il rischio disimpegno automatico nell’ordine del 9,30%.


Campania ancora in ritardo

La regione Campania nelle ultime settimane ha emanato una parte dei bandi necessari ad attivare 1.200 milioni di euro entro dicembre 2017 e la possibilità di spendere ingentissime risorse entro lo stesso termine resta minimale, dati i tempi attesi di gestione degli avvisi. Al momento la situazione sul fronte dell’avanzamento della spesa - appena il 5,35% dell'intero budget - è seccamente descritta dai numeri.

Su un Psr Campania 2014-2020 da 1836 milioni di euro – il secondo d’Italia dopo quello della regione Siciliana - la spesa è stata fino ad ora di appena 98,2 milioni, che sul piano del rischio disimpegno imporrà una spesa pubblica totale da rendicontare a Bruxelles di 214,5 milioni di euro entro il 31 dicembre 2018.