Nel Mezzogiorno continentale il caldo non dà ancora tregua e prosegue l’andamento siccitoso dell’annata agraria, che dopo l’esordio improntato a neve e gelo del mese di gennaio si è sviluppata con secche cadute delle precipitazioni mensili rispetto alle medie stagionali.

E mentre la Regione Puglia ieri, per bocca del presidente Michele Emiliano, ha comunicato di aver razionato l’acqua per uso irriguo, la Regione Calabria rende noto che sta studiando contromisure adeguate per accompagnare con maggiori quantitativi di gasolio agricolo agevolato l’emungimento dei pozzi, necessari agli agricoltori per irrigare i campi.

Intanto la Cia, con l’intervento all’assemblea dell’Associazione nazionale enti di bonifica irrigazione e miglioramento fondiario del vicepresidente nazionale Alessandro Mastrocinque, fissa gli obiettivi nazionali per una politica degli investimenti nelle infrastrutture irrigue
700 milioni di euro, 173 dei quali da riservare ai bacini della Campania, quasi un quarto delle risorse nazionali che, puntando su una strategia dei piccoli invasi e dell’agricoltura di precisione, possano in tempi ragionevoli adeguare l’offerta di acqua irrigua verso il settore primario, che si trova catapultato in pieno cambiamento climatico.


Puglia, il razionamento è servito

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha firmato un decreto sull’emergenza idrica, per il risparmio di acqua e la limitazione dell’utilizzo delle risorse nel settore irriguo. Ne ha dato notizia la Regione Puglia il 13 luglio 2017, con un comunicato stampa ufficiale. Il provvedimento è stato motivato dal fatto che “Le portate dei corpi idrici da cui dipende l’approvvigionamento della Regione Puglia si sono ridotte sensibilmente negli ultimi 30 giorni e che sono necessarie misure di contenimento del prelievo di acqua".

Con il decreto, Emiliano ha disposto di coordinare le attività degli enti preposti alla definizione delle misure di contenimento dell’utilizzo della risorsa idrica, sia per uso potabile che irriguo, favorendo l’intesa con la Regione Basilicata. Il decreto, inoltre, incarica l’acquedotto pugliese di formulare un piano di previsione dell’utilizzo dell’acqua potabile – che la Puglia utilizza anche per scopi irrigui, poiché proveniente da bacini ad uso promiscuo "Utilizzando un modello che tenga conto di afflussi con rischio di deficit confrontabile con quello dei mesi precedenti e di una possibile domanda pro-capite da esplicitare".


Calabria, forse più gasolio agricolo per attingere dai pozzi

"Il rischio è che il grave e persistente stato di siccità prolungata possa acuirsi nei prossimi mesi e potrebbe compromettere la stagione agraria delle colture erbacee annuali e delle arboree permanenti – è scritto in una nota del dipartimento agricoltura della Regione Calabria. "In particolare - continua la nota - il maggiore impiego dei mezzi per l'irrigazione dei campi potrebbe ridurre significativamente la disponibilità di carburante agricolo delle aziende, rendendo effettivo il potenziale rischio da siccità".

Il dipartimento Agricoltura, di concerto con l'agenzia regione Calabria per le erogazioni in agricoltura, sta valutando le azioni da mettere in campo per rispondere alla persistente siccità che ha comportato il dimezzamento delle piogge rispetto alle medie stagionali. Arcea sta monitorando i dati sul consumo di carburante agricolo al fine di consentire al dipartimento Agricoltura di verificare l'opportunità di assegnazione suppletiva di carburante agevolato. Infatti, risulta ad oggi ritirato dalle aziende solo il 40% del gasolio assegnato, elemento che verrà valutato prima di definire nuove assegnazioni suppletive.


Cia, piccoli invasi e agricoltura di precisione

"Investire sul contrasto alla siccità e al dissesto idro-geologico significa investire sul sistema paese. Le risorse ci sono, circa 700 milioni di euro per l’adeguamento delle infrastrutture e per l’innovazione dei sistemi di irrigazione". Alessandro Mastrocinque, vicepresidente di Cia agricoltori italiani e numero uno di Cia Campania, ha così esordito nell'intervento in occasione dell’assemblea dell’Anbi, tenutasi il 12 luglio 2017 a Roma, e sottolinea la necessità di uscire dalla logica del fatalismo richiamando il "dovere di investire".

Grazie ad un’oculata progettazione potrebbero essere recuperati complessivamente circa 700 milioni di euro da attingere in varia misura sia dal Piano nazionale di sviluppo rurale - cofinanziato da Fondo europeo per l'agricoltura e sviluppo rurale e bilancio dello Stato - che dal Piano di azione e coesione, finanziato dal Fondo di sviluppo e coesione.

Mastrocinque ha messo in evidenza, anche sulla scorta della Direttiva quadro sulle acque emanata dall’Unione europea (60/2000), la necessità di dar seguito coi fatti al riconosciuto status dell’acqua come bene sociale, strategico non solo per l’agricoltura, ma per la sostenibilità e la ripresa dell’intero Paese.

La dotazione infrastrutturale e la terra servita sono enormi: si possono infatti contare 3,3 milioni di aree irrigue, 151 consorzi per circa 17 milioni di ettari di terreni consortili, 200 mila km di canali e 754 impianti idrovori.

"Siamo di fronte a un patrimonio che va adeguato alle mutate esigenze dettate dai cambiamenti climatici e alle potenzialità di quella che oggi va sotto il nome di agricoltura di precisione" ha affermato Mastrocinque. "Droni e sensori stanno rivoluzionando il modo di gestire le risorse idriche, proponiamo l’istituzione di un tavolo interistituzionale per mettere a punto risorse e fare il cambio di passo".

Tra le priorità la Cia propone in particolare di puntare sull’efficientamento degli invasi con un piano pluriennale di investimenti. Sono circa 31 i miliardi di metri cubi di acqua utilizzati per uso irriguo, il 46 per cento del totale. "Riuscire a ottimizzare questa voce significherebbe segnare una svolta, soprattutto se si cominciasse a intervenire anche sugli invasi minori diffusi sul territorio".

Su questo fronte non mancano le progettualità. Solo in Campania sono stati presentati 4 progetti per adeguamento degli invasi per un totale di 173 milioni di euro. Gli invasi suscettibili di adeguamento - secondo Cia - in Campania sono 7: Conza, Campolattaro, Piano della Rocca, Gallo, Presenzano, Persano e San Pietro - e con i dovuti investimenti potrebbero fare da importante supporto sia nella raccolta sia nella gestione delle risorse idriche a fini irrigui di ben 4 regioni: Basilicata, Campania, Molise e Puglia.