Nel primo trimestre 2017 a tirare la volata dell’export agroalimentare italiano è il Giappone. Nell’importante mercato asiatico il cibo made in Italy è cresciuto del 38,3% rispetto allo stesso periodo 2016, e spalanca le porte a nuovi scenari commerciali verso il Sol Levante, nonostante pesi al momento ancora solo per il 2,5% sul totale dell’export agroalimentare nazionale.

Nell’interscambio, l’import dal Giappone ha registrato nel corso del 2016 un valore di 16 milioni di euro, ovvero lo 0,03% sull’import agroalimentare italiano. Il mercato giapponese ha ancora un peso relativo, ma ha sicuramente potenziali di crescita importanti, anche alla luce dell’accordo di massima di partenariato economico teso a eliminare le barriere commerciali raggiunte a inizio luglio fra Ue e Giappone.

Analizzando invece i dati dell’export in Giappone nell’anno solare 2016, il valore totale è stato di 953 milioni di euro, con un incremento del 17,9% rispetto al 2015. Il comparto più importante è stato quello del vino (151 milioni di euro), seguito da olio (120 milioni) e ortaggi freschi e trasformati (113 milioni). Seguono poi cereali (98 milioni di euro), carni (89 milioni) e latte e derivati (61 milioni di euro).