La crisi idrica della Campania continua ad avvitarsi su se stessa. Nelle scorse ore il sollievo portato da qualche temporale di debole intensità è stato scarso. La Giunta regionale ha formalizzato al ministero per le Politiche agricole la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito della siccità che ha colpito il territorio regionale da dicembre in poi, nella serata dello scorso 27 giugno.

Si moltiplicano intanto i danni nelle campagne e nelle aree collinari: dal 15 giugno scorso anche il Consorzio di bonifica e irrigazione in destra del fiume Sele si vede costretto a dare il via all'irrigazione a turno che prevede il fermo alternato di alcuni dei dieci impianti di irrigazione che si sviluppano su 15mila ettari.
Mentre il Consorzio di bonifica di Paestum, cui tocca il servizio irriguo in sinistra idrografica del Sele, il 28 giugno ha formalizzato al prefetto di Salerno la propria richiesta di stato di calamità.
A questo punto, la preoccupazione di tutti è che la dichiarazione di stato di calamità giunga al più presto dal Mipaaf.

"Bene hanno fatto il presidente De Luca, il consigliere Alfieri e l'intera Giunta - ha commentato il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale per la Campania Erasmo Mortaruolo - ad avanzare la richiesta di riconoscimento della stato di calamità per dare una risposta urgente alle criticità registrate che fanno emergere notevoli danni alle produzioni regionali. Alla luce della puntuale attenzione riservata dal Governo alle problematiche del nostro territorio, e del notevole danneggiamento delle produzioni, sono fiducioso che lo stato di calamità sarà riconosciuto in tempi record”.

"Un atto doveroso e tempestivo da parte della regione che fa sentire meno soli gli agricoltori sottoposti in queste ore a difficoltà gravissime". Così Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia Campania e vicepresidente nazionale dell'organizzazione, commenta la richiesta da parte della Regione Campania del riconoscimento dello stato di calamità per le aree colpite dalla siccità.

"Facciamo presente che la razionalizzazione dell'acqua per le colture proveniente dai Consorzi di bonifica rende ancora più problematica l'irrigazione. Ripercussioni sensibili ci sono anche sugli allevamenti bufalini con un calo di produzione del 20%. E gli oliveti subiscono una ulteriore riduzione di produzione" aggiunge il presidente della Cia regionale.

Nei giorni scorsi la Cia Campania ha avuto modo di confrontarsi su queste problematiche con Franco Alfieri, consigliere del presidente De Luca all'Agricoltura.
"Alle promesse sono seguiti i fatti. Ora occhi puntati su Roma, attendiamo risposte immediate, fermo restando che alla fase di emergenza dovrà necessariamente far seguito quella di programmazione e di pianificazione di interventi strutturali per ottimizzare la raccolta e il consumo delle risorse idriche", conclude Mastrocinque.