L'Emilia Romagna, la Sardegna e la Toscana avevano già dichiarato, nelle settimane scorse, lo stato di emergenza regionale per la grave situazione siccitosa.


Stato di emergenza nazionale

Ma giunge ora anche lo stato di emergenza nazionale dichiarato nelle province di Parma e Piacenza, su proposta del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella giornata del 22 giugno 2017.

Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che aveva avanzato la richiesta il 13 giugno scorso, ha affermato a seguito della decisione di Gentiloni: “Abbiamo ottenuto dal Governo ciò che avevamo richiesto per far fronte ad una situazione eccezionale. Procedere autonomamente alla richiesta di stato di emergenza nazionale ci ha consentito di accelerare al massimo i tempi e dare risposte a un territorio dove la siccità ha colpito più che altrove". 

La giunta regionale precisa: "Sono a disposizione 8 milioni e 650mila euro per affrontare l'emergenza siccità in queste due province e ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione e per potenziare l'approvvigionamento di acqua con interventi strutturali". 

"La dichiarazione di stato di emergenza nazionale e le importanti risorse in arrivo sono frutto dell’impegno della Regione in collaborazione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e i territori" spiega l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo. "Ora continueremo ad essere al fianco della popolazione e degli operatori agricoli, anche mettendo a disposizione le nostre conoscenze e i nostri uffici per supportare le richieste di deroga ai limiti di prelievo di acqua".
 

I problemi all'agricoltura

Le conseguenze della crisi idrica in atto stanno riportando gravi problemi all'agricoltura.
La Coldiretti spiega: "Di fronte alla tropicalizzazione del clima, se vogliamo continuare a mantenere l'agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua".

Tra le colture più colpite c'è il pomodoro da industria.
"La situazione è molto preoccupante – spiega Tiberio Rabboni, presidente dell’OI pomodoro da industria del Nord Italia - L’attuale prolungata siccità con scarsissime disponibilità di risorse idriche stanno mettendo in forte difficoltà la coltivazione del pomodoro, coltura per la quale possono originarsi gravissimi problemi saltando anche solo un turno di irrigazione. Ma ad essere preoccupata è la componente industriale che ha bisogno di acqua durante la fase di lavorazione e di trasformazione della materia prima".