Se parliamo di agricoltura non parliamo solo di cibo. Ma anche di ambiente e di paesaggio. Non dimentichiamolo.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a formidabili cambiamenti connessi all’agricoltura – il nostro è un paese che si è fortemente urbanizzato: le modifiche economiche, sociali ma anche territoriali hanno avuto una quanto mai drammatica evidenza. Si pensi che in Italia oggi sono coltivati 12,4 milioni di ettari – nel 1960 gli ettari erano 20,9 milioni.

Mancano all’appello 8,5 milioni di ettari, una superficie grande come Lombardia, Piemonte e Sicilia messe assieme. Forse non ce ne rendiamo conto ma l’ambiente in cui viviamo è spesso incredibilmente degradato – non solo dal punto di vista ecologico ma anche da quello estetico.

Degli 8,5 milioni di cui si diceva sopra 1,3 milioni sono stati coperti in 50 anni da un'enorme colata di cemento e bitume – in altri termini è stato molto spesso distrutto quello che era ritenuto il più bel paesaggio (anche agricolo) del mondo. In effetti per decenni ci si è concentrati su politiche tese prima alla industrializzazione forzata e poi all’incremento di un settore terziario improntato su modelli che comportano una forte spesa ambientale (si veda per esempio la distribuzione commerciale, con l’abnorme sviluppo di iper mercati e centri commerciali).
Il tutto a spese dell’agricoltura.

Appare oggi invece sempre più evidente come l’agricoltura sia un'incredibile risorsa non solo per la produzione di alimenti ma anche per lo sviluppo civile e turistico del nostro paese. All’agricoltura è legata la qualità degli alimenti, la qualità dell’ambiente e del paesaggio: in altri termini la qualità della vita.

L’agricoltura andrebbe oggi vista come un elemento per la costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo. Uno sviluppo sostenibile, con la costruzione di un settore terziario innovativo, un settore capace di dare nuovo impulso economico, magari sistemando quello che si è scelleratamente guastato negli ultimi decenni.

Rimettere a posto le brutte periferie, riordinare le campagne e ri-creare il paesaggio, bloccare il dissesto idrogeologico, curare il patrimonio naturale può generare una immensa ricchezza e fare ripartire la nostra economia. Ma soprattutto migliorare le nostre vite. arketing del Centro agroalimentare di Bologna.