Il 2018 sarà l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo, come ha annunciato a Roma il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini in occasione della presentazione del protocollo: 'Vacanze tra cibo e cultura con i superfood della nonna'.

E la Toscana agricola accoglie con soddisfazione l’annuncio e dichiarandosi pronta a fare la propria parte con i suoi 26 prodotti Dop e Igp e le 463 specialità alimentari riconosciute. Un primato nazionale di diversità e qualità alimentare.

Queste specialità regionali sono il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari” come ha detto Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana.

Un bene comune per l’intera collettività e un patrimonio anche culturale che, per Marcelli, l’Italia oggi può offrire con orgoglio a tutti e che rappresenta un valore aggiunto contro la crisi.

E se negli anni passati il valore e lo stile di vita legato alla dieta mediterranea è stato soppiantato da abitudini alimentari non corrette, con oltre 27 milioni di italiani obesi o sovrappeso, ora le cose stanno cambiando in meglio.

Negli ultimi tempi un aumento degli acquisti che va dal 5% per il pesce al 19% per l’olio di oliva indicano un ritorno ai prodotti della dieta mediterranea, con una spesa crescente anche per la frutta, per gli ortaggi freschi e per la pasta secca.

Tendenza che ha fatto registrare un picco nel 2016 con i consumi di frutta e verdura che hanno raggiunto il massimo degli ultimi quattro anni, con un consumo annuale a persona che quest’anno sfiorerà i 320 chili a testa.

Per il direttore Coldiretti Toscana, Antonio De Concilio, il nostro cibo può essere uno strumento molto potente per l’agroalimentare dei nostri territori, perché salubrità e freschezza trovano risposte straordinarie in filiera corta e rintracciabilità.

Il nostro obiettivo – ha detto De Concilio – è quello di ristrutturare ed edificare filiere che siano in grado di garantire ai consumatori la qualità del vero 'made in' a prezzo giusto che sia tale anche per i produttori, protagonisti di una dieta simbolo del nostro agroalimentare nel mondo”.