Nessuna tregua dalla Xylella fastidiosa in Salento.
L’Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ha recentemente pubblicato sei nuove comunicazioni Selge (dalla 76 alla 81) dalle quali risultano altre 139 piante colpite dal batterio killer degli olivi. I risultati sono il frutto delle analisi di laboratorio effettuate dalla Rete di laboratori  per la ricerca della Puglia, tra cui l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Bari del Cnr e il Dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e dell’alimentazione dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari.

“Oltre alla zona di Oria-Francavilla vi è anche un positivo in agro di Ceglie Messapica" informa il sito infoxylella.it.

Solo nella zona di contenimento sono state rilevate dallo scorso autunno 890 piante colpite dall’infezione. Un numero elevato per questa zona, cui fa da contraltare lo scenario tremendo dell’area demarcata quale infetta: dove si conterebbero invece 10 milioni di piante contagiate e un miliardo di danni, secondo le stime di eegione Puglia.

Il problema delle risorse necessarie a combattere efficacemente le Xylella e come aiutare gli agricoltori colpiti è molto sentito. Al punto che regione Puglia, tra le sue richieste formulate a Bruxelles alla DG Agri, e che attendono il definitivo via libera della Commissione Ue per il prossimo mese di giugno, ha posto anche la creazione di una riserva da 40 milioni di euro nella provvista finanziaria della misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 da destinare solo al Salento e solo agli olivicoltori.

Lo scopo è quello di favorire i reimpianti con le cultivar resilienti di olivo, F – 17 (Favolosa) e Leccino. Anche se resta vivo il dibattito sull’utilità di snaturare questa misura e non puntare invece su un potenziamento della misura 5.2 sulla ricostituzione del patrimonio produttivo colpito da calamità naturali.

A breve dovrebbe poi essere pubblicata la modulistica per consentire agli olivicoltori che hanno effettuato volontariamente gli abbattimenti di alberi infetti di poter richiedere gli indennizzi previsti dalla regione - da 188 a 261 euro a pianta abbattuta, somma variabile a seconda del sesto d'impianto - e già ratificati dal decreto ministeriale Mipaaf n.4363 del 1 dicembre 2015.