Gli Stati Uniti sono sempre più importanti per l’export agroalimentare italiano. Secondo i dati dell’Ismea, nei primi mesi del 2017 la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro, grazie alla crescita dell’export (+4,2%) e al lieve decremento dell’import (-0,3%).

Il mercato Usa si conferma il terzo paese per import di prodotti agroalimentari italiani (10% sul totale dell’export made in Italy), dopo la Germania, primo sbocco con il 17,5% e la Francia con il 10,9%. Nel 2016 il surplus totale è stato di 2,9 miliardi di euro, +350 milioni rispetto al 2015. Nei primi due mesi del 2017 la bilancia commerciale dell’agroalimentare italiano con l’estero ha visto un peggioramento del deficit, mentre in controtendenza c’è stato proprio solo il mercato a stelle e strisce.

Fra i comparti più rilevanti per la crescita dell’export agroalimentare italiano verso gli Usa c’è il comparto Vini e mosti, che rappresentano il 35% dell’export totale nel 2016, seguito da oli e grassi (14%) e cereali, riso e derivati (12%). Questi tre settori aggregati valgono oltre il 60% dell’export complessivo.