Con una straordinaria iniziativa promozionale il Sagrantino si alza sui pedali e tira la volata ai vini umbri.

La metafora ciclistica è d'obbligo oggi, 16 maggio, che si corre la decima tappa del 100° Giro d'Italia tra Foligno e Montefalco, nell'anno del 25° anniversario della Docg più celebre dell'Umbria.

Una cronometro individuale di 39,2 chilometri snodati tra le colline della cosiddetta Ringhiera umbra. Una tappa in salita, fino ad un'altitudine di 472 metri sul livello del mare, che partendo da Foligno toccherà i comuni di Bevagna, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo e arriverà a Montefalco.

E così il rosso d'eccellenza di questo territorio si tinge di rosa, sposando due grandi passioni, il vino e il Giro, in cui si riconoscono un po' tutti gli italiani, anche quelli che di botti, filari e biciclette non si interessano molto, perché vino e ciclismo fanno parte di quei miti nazionali che alla fine appartengono a tutti, anche a chi non beve e non pedala.

"Dal 1992, insieme ai produttori e alle istituzioni, abbiamo intrapreso un percorso a tappe per l'affermazione dei tratti identitari che oggi contraddistinguono i nostri vini sulla scena nazionale ed internazionale - dichiara Amilcare Panbuffetti, presidente del Consorzio tutela vini Montefalco - siamo arrivati fin qui con un lavoro di squadra che ha lanciato il Sagrantino in volata verso la celebrazione di questa ricorrenza".

E i 39 chilometri della tappa resteranno percorribili a tutti gli amanti del vino e della bicicletta grazie a un nuovo impianto di segnaletica, che segna un percorso ideale tra enoturismo e cicloturismo e che nelle intenzioni del Consorzio vuole diventare una "tappa" obbligata per tutti gli amanti del vino e delle due ruote.

Una Docg sola al comando? Per un certo verso sì, perché oggi è il Sagrantino che celebra sé stesso in questa tappa enologica, che segue la tappa del Chianti Classico del 2016, la crono del Prosecco del 2015, e la cronometro Barolo-Barbaresco del 2014.

Ma per l'altro verso è una corsa di gruppo, e la denominazione di Montefalco, come un grande capitano di squadra che traina compagni e gregari, trascina nella sua scia promozionale tutto il vino umbro.