Una congiuntura ancora negativa ha interessato i prezzi all’ingrosso nel mercato risicolo italiano nel primo trimestre del 2017, con ulteriori ribassi sia per i risoni che per i risi lavorati.

A pesare maggiormente sul calo delle quotazioni è stata l’ampia disponibilità di prodotto che caratterizza l’attuale campagna commerciale e che lascia presagire a fine annata un volume di scorte su livelli record. E’ quanto emerge dall’analisi compiuta dalla Camera di commercio di Pavia in collaborazione con Borsa merci telematica, relativa al primo trimestre dell’anno.

I prezzi, conseguentemente, si sono mantenuti su livelli più bassi rispetto al 2016 per la maggior parte delle varietà. Riduzioni significative si sono rilevate soprattutto per le varietà da consumo interno, in particolare Arborio e Carnaroli, i cui prezzi si sono praticamente dimezzati nell’arco di dodici mesi.

Poche le eccezioni, tra cui il risone Baldo, che, grazie al buon andamento della domanda, a fine trimestre ha mostrato una variazione positiva (+24% sulla piazza di Pavia) rispetto allo scorso anno.

All’andamento negativo sul fronte dei prezzi, si è accompagnata una dinamica delle esportazioni italiane che, con particolare riguardo al riso lavorato e semilavorato, è stata tutt’altro che brillante nel 2016. Su base annua, infatti, i quantitativi spediti all’estero hanno segnato un calo del 6,6%, attestandosi poco sopra le 525mila tonnellate, valore che rappresenta di fatto il minimo dell’ultimo decennio.